Un pensiero fermo
in forma di poesia,
un pensiero blocco
che già è andato via.
Un inverno fuggo
con la mente rivolta a chicchessia,
in un inferno giungo
in questa notte di letargo solo mia.
In largo e in lungo
disegna
posti che non so
la fantasia,
e quello che non ho
m’insegna
a buttar via.
Trascino con lentezza questa specie d’esistenza,
mi chino sotto un cielo che rimarca la presenza.
Perdo lacrime di sogni
che più non sogno camminando,
preso da bisogni di sussistenza,
ma non so dove sto andando.
Come il cielo a rimarcare quel che sono,
mi affanno per non essere nessuno,
chiedo a turno il mio perdono,
ma per cosa? per il fatto d’esser uomo?
E le domande mi si affollano dentro e fuori,
e quanti cuori
di ricambio ci vorrebbero
ogni volta che tu muori,
quando poi tu non ci sei più
a vedere ciò che vedo,
quando tu tu tu…
e
non risponde mai nessuno: occupato!
in forma di poesia,
un pensiero blocco
che già è andato via.
Un inverno fuggo
con la mente rivolta a chicchessia,
in un inferno giungo
in questa notte di letargo solo mia.
In largo e in lungo
disegna
posti che non so
la fantasia,
e quello che non ho
m’insegna
a buttar via.
Trascino con lentezza questa specie d’esistenza,
mi chino sotto un cielo che rimarca la presenza.
Perdo lacrime di sogni
che più non sogno camminando,
preso da bisogni di sussistenza,
ma non so dove sto andando.
Come il cielo a rimarcare quel che sono,
mi affanno per non essere nessuno,
chiedo a turno il mio perdono,
ma per cosa? per il fatto d’esser uomo?
E le domande mi si affollano dentro e fuori,
e quanti cuori
di ricambio ci vorrebbero
ogni volta che tu muori,
quando poi tu non ci sei più
a vedere ciò che vedo,
quando tu tu tu…
e
non risponde mai nessuno: occupato!
di Domenico Passantino
©Riproduzione Riservata
1 commento:
complimenti , essenziale e diretta
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