Foto 08 Luglio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
La passione che ci spinge ad occuparci di Ciminna, si trasforma spesso nella quotidiana ricerca di notizie che la riguardano pubblicate sul web. Ci siamo imbattuti in un piccolo Blog di Speleologi, si tratta del blog dell'Associazione A.N.S. Le Taddarite.
Gruppo che ha svolto diverse ispezioni nella nostra amata e trascurata Riserva Naturale Orientata delle Serre di Ciminna; nei loro diari di bordo si possono leggere le loro avventure tra inghiottitoi e le meraviglie di gesso. Ad affascinare la lettura le suggestive foto che vi riproponiamo.
Il lavoro svolto dall'associazione Le Taddarite, ci permette di poter vedere il nostro patrimonio territoriale, come non l'abbiamo mai visto perché inesplorato ai nostri occhi.
Ecco a voi i tre diari con relative foto:
08 Luglio 2012- Inghiottitoio (delle zecche) di Ciminna
Ore 7:50, puntuale arriva Ceres con la jeeppina scappottata, passiamo a prendere Paolo e si parte! direzione Ciminna. Il viaggio procede bene, arrivati a Ciminna d’obbligo la pausa caffè e ci mettiamo in cerca della strada per la grotta. Dopo aver sbagliato un paio di volte Ceres decide di prendere il gps su cui ha salvato il punto e finalmente arriviamo senza problemi nei pressi dell’ingresso.
Cominciamo a cambiarci
sotto il picco rovente del sole ma… che sono questi piccoli esseri che ci
salgono di sopra? Zecche! Bastarde! Decine di zecche!
Velocemente ci cambiamo
scrollandocele di dosso in continuazione e ci incamminiamo verso la grotta che
per fortuna è vicina (santa la jeep).
Ceres comincia ad armare
il primo ed unico pozzetto e dopo poco tempo siamo tutti e tre dentro e al
fresco.
Procediamo in una galleria
piena di karren che testimoniano un antico punto di entrata delle acque,
facciamo qualche foto e torniamo indietro per andare nella parte più bella
della grotta.
Dopo una larga galleria
comincia lo spettacolo: enormi concrezioni di gesso di tutte le forme, tutte
sbrilluccicanti, da restare senza fiato. Arriviamo alla fine della grotta dove
ci attende una sorpresa “maleodorante” un topo morto in una pozza d’acqua
diventata nera; non che non avessimo trovato altri cadaveri, la grotta è piena
di scheletri di conigli, ma questo è veramente orribile!
Ci spostiamo un po’ e
facciamo qualche foto ai mud cracks. Tornando indietro facciamo qualche foto
alle concrezioni di gesso e scopriamo che paolo è un buon modello, gli manca
solo la tuta! Tornati alla base del pozzetto mangiamo qualcosa e cominciamo a
risalire. A me tocca la disarmata, niente male, un po’ scomoda ma va tutto
liscio.
Fuori ci attende
l’inferno, afa e zecche, sempre quelle maledette zecche. A Ceres tocca il
record di numero di zecche, non si contano neanche.
Vedendo che è ancora
presto decidiamo di andare a vedere un “pirtuso”, segnalatoci da Marco, che ci
viene di passaggio. Ci armiamo solo di caschetto e entriamo io e Paolo. Ma
questa è la giornata delle bestie! Ragni giganti! Ignorandoli continuiamo a
procedere per una quindicina di metri, il passaggio si restringe… qui c’e un
lavoretto per Nina! Torniamo fuori e dopo aver rinominato all’unanimità il
pirtuso “Grotta dei Ragni” ci incamminiamo verso casa.
Per le 3 siamo a Palermo,
giornata breve ma che ci lascia molto soddisfatti.
19 Febbraio 2012 -
Inghiottitoio di Ciminna
Ebbene sì, mi ci è voluto
un po’ di tempo a partorire questa relazione; e mentre la noia mi mangia viva
su un volo diretto a Montreal, provo a ricordare cosa successe in quella
lontana domenica a Ciminna (ndr. Tutti noi vorremmo essere mangiati vivi dalla
noia su un volo diretto a Montreal !!!).
Marco si presenta
puntualmente alle 8.30 (io e Nina, scioccamente, abbiamo entrambe capito male l’orario dell’appuntamento, non
c’è dubbio) e con Luisa già in macchina partiamo diretti verso Ciminna,
riprendendo allegri discorsi a cui Mr V. è particolarmente interessato
nell’ultimo periodo. Il sole ci accompagna lungo la strada, facendo diventare
la super auto di Marco (più infangata del solito… anche all’interno) una
piacevole serra. Ci illudiamo infatti che fuori la temperatura sia mite ma,
dopo aver fatto una salita abbastanza impantanata (la macchinina e il suo prode
pilota non deludono mai, nemmeno questa volta!) e aver provato senza troppa
convinzione, almeno da parte nostra, a riparare la maniglia (mi pare) dello
sportello, usciamo fuori a cambiarci. Mi stupisco che a terra non sia pieno di
volatili morti, che invece cinguettano intorno a noi, incuranti del gelo. Il
sacco trapano e Nina sono ormai una cosa sola, a me invece tocca l’unico sacco
con le corde; arriviamo all’ingresso. Nina riesce a superare le titubanze
iniziali con l’armo perché, a quanto pare, ci siamo dimenticati `qualcosina` in
sede e, mentre lei ‘armeggia’ con le corde, io provo a trapanare la parete
grazie alle indicazioni di Marco.
Dopo l’inghiottitoio - che
mi farà sentire un’idiota nella risalita – Marco e Nina vanno ad esplorare un
ramo sulla destra (resoconto affidato a Nina), invece Luisa – che mi farà da
guida senza mostrare mai titubanze – ed io scendiamo giù. La grotta è molto
concrezionata ed ha un bellissimo albero di Natale tanto che Mr V., quando ci
ricongiungiamo per la pausa pranzo attorno a quel che resta di un coniglio,
cerca di trovare il modo di valorizzare ancora di più questo capolavoro
naturale.
Ci cimentiamo nel rilievo
con pose alquanto bizzarre per trovare angoli e inclinazioni di punti che aveva
preso Nina la volta precedente (e qui non commento)… Marco ci guarda ghignante,
senza suggerirci ovviamente che avremmo potuto effettuare le misurazioni dal
punto opposto rispetto a quello in cui ci siamo ‘divertite’ a fare le
contorsioniste. Tra rilievi, esplorazioni infruttuose della Topa e resti di
animaletti completiamo il rilievo, in modo più o meno attivo, e torniamo su.
Tocca a me disarmare e
rompere il connubio Nina-trapano. Salgo perciò per ultima, senza che Marco mi
dia particolari suggerimenti per facilitare il mio compito… anche se è la mia
prima volta! Infatti il primo nodo da sciogliere ha la meglio su di me e, per
evitare che resti incagliato da qualche parte come successe una volta alla mia
cozza preferita (vedi che sei sempre nei miei pensieri?), me lo attacco
all’imbrago in risalita. Nell’inghiottitoio mi stanco tantissimo perché non
riesco a trovare la fessura giusta che mi consenta di muovermi in modo
produttivo e finalmente, tra gli sghignazzi -tutti meritati- di Marco, ce la
faccio e procedo malamente al resto del disarmo (va detto a mia discolpa che Mr
V. mi metteva fretta! In grotta non bisogna prendere i propri tempi…?). Dunque,
nonostante oggi le mie cognizioni spaziali siano piuttosto inesistenti senza
che io sappia perché (probabilmente Fantozzi se la sarebbe cavata più
dignitosamente di me), esco a rivedere le stelle… anche se è ancora giorno.
Infangati e coccolati da un piacevole venticello artico, ci rivestiamo e ci
mettiamo in viaggio verso casa. Inghiottitoio di Ciminna, per essere bello sei
bello, ma non so se mi rivedrai molto presto!
6 gennaio 2012 - La Befana
a Ciminna
Era un notte buia e
tempestosa...
E' il giorno della Befana
ma di befane non se ne vedranno... anzi!!!
Effettivamente la giornata
del 5 gennaio non faceva presagire niente di buono e le previsioni sta volta
risultano azzeccate.
Però... interrompiamo
nottate in bianco, disfacimenti di alberi di natale e via in auto verso Ciminna
e l’inghiottitoio omonimo. Siamo in tre, numero perfetto, numero giusto.
Siamo Luisa, Nina e io.
Il tragitto da Palermo è
accompagnato dalla pioggia e poi a Baucina e Ciminna... grandine e nevischio.
Poco male, in grotta ci sarà più caldo!
Percorriamo le strade di
Ciminna, la attraversiamo, e iniziamo a percorrere le strade di periferie e poi
di campagna, dove fiumiciattoli torbidi ci fanno sentire un pò dei salmoni in
risalita.
l’ultimo pezzo di strada è
una trazzera in salita e non asfaltata, e con uno strappo e la potenza del
Defender, saliamo e siamo su, sullo spartiacque delle doline vicino la grotta.
Problema!!! come facciamo
a uscire mentre fuori grandina di brutto? Ogni 3 minuti una sferzata di chicchi
di grandine viene giù e l’effetto e il tamburellamento è anche simpatico dentro
l’auto! Decidiamo allora di cambiarci a turno in auto, e di aspettare il
momento buono per scappare verso l’ingresso. Indomiti!
L’attesa viene deliziata
dalle supposizioni di Luisa e Nina che si sforzano di vedere attraverso i vetri
appannati, dove può essere l’ingresso della grotta e da quale dolina si deve
passare, visto che chiedendo informazioni hanno saputo che la grotta è a circa
shfchtant... metri!
Finalmente dopo una
mezz’oretta, il cielo si apre e un pò di calma ci permette di andare verso
l’ingresso dell’Inghiottitoio di Ciminna.
Lì si proceder a sistemare
l’armo infiggendo un fix nuovo, si discute un pò di corde, nodi, chiodi e armi,
sempre inseguiti dalla ritornata grandine.
L’ingresso in grotta attraverso
la frattura è sempre d’effetto. Le ragazze, mai state qui, scalpitano e
vorrebbero correre da tutti i lati. Ci soffermiamo a vedere la zona
dell’ingresso, che andrà rivista meglio, i karren ipogei, poi il salone, il
canale di volta, la galleria, la sala, i cristalli di gesso, gli strati che
sembrano scollarsi fra loro e dal tetto, e poi l’albero di natale, i cristalli,
le altre concrezioni di gesso e via, flash e flash e tante foto.
Purtroppo manca qualcosa,
un ingrediente speciale e le foto sono quelle che sono... capita ed è colpa
mia!
Finite le foto continuiamo
a documentare, fino a che le teste non si fermano e sappiamo che è il caso di
mettere un punto e tornare a casa.
Luisa si offre per
disarmare e allora via, Nina come un tappo di gazzosa vola, vorrebbe volare
verso l’auto! Tristemente si accorge che il terreno nei pressi dell’ingresso è
gelato e scivola continuamente... impiega più tempo a uscire che non a fare il
pozzo su corda!
Aspetto Luisa e
giustamente l’ultima corda, quella in esterno viene salutata dalla grandine che
simpaticamente sembra averci aspettato. Denchiù veri macch!
Il percorso verso l’auto è
breve, e si fa veloce a testa bassa, passando al lato dei compi seminati e con
gli stivali rialzati dalle ben note zeppe di fango.
In auto c’è Nina che
finisce di cambiarsi, Luisa sale dietro e io preferisco cambiarmi all’esterno,
illudendomi che gli aghi sulla schiena siano una seduta terapica di agopuntura
e non la gradine!
Resta l’ultimo passo... la
discesa. Le ruote dell’auto infatti, sono piene di fango e la trazzera non è da
meno. Al minimo tocco di freni l’auto va dove la porta il cuore, ovvero testa a
vadduni!
marce ridotte, sterzo
leggero e attento e le curve malefiche per scendere sono dietro di noi. Bravo
Defender, ti sei comportato per quello che devi essere.
Il ritorno a casa è un
dolce sbrinarsi all’aria calda dell’auto! almeno per chi è seduto davanti!
Foto 08 Luglio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 08 Luglio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
Foto 6 Gennaio 2012- Inghiottitoio di Ciminna |
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