Ogni occhio
ti osserva con vigile sguardo
Di chi del “Perbene”
si è fatto baluardo
E chi ascoltando
la propria coscienza
Si fa
paladino della nostra decenza.
Tutto fa
scandalo, muove scalpore
Cosi ribadisce
il predicatore
Che entrando
in un bar come su un palco
Racconta ciò
che che vedette con l’occhio di un falco
Perché non
sia mai che ogni notizia
Arrivi in
ritardo alla persona propizia
E allora del
nome dei sani valori
Inutile
correre e anche scappare
Dal loro giudizio
devi passare
Persino lontano
nel bosco Ficuzza
Potranno trovare
la vostra pagliuzza.
Che epoca
brutta, ripetono i vecchi
Di certo
evitando di guardare gli specchi
Poiché invece
di un bacio su di una panchina
Ai tempi si
usava una bella “fuitina”!
E dopo il
giudizio, senza fatica
Ti dicon
però che non sono all’antica
Ma che
ragionan per propri ideali
Salvando così
Ciminna dai propri mali.
E avendo
adempito ai propri doveri
Questi individui
camminano fieri
Poiché raccontando
di chi ha perso l’imene
Saranno gloriati
come gente perbene.
Ma adesso la
smetto coi futili esempi,
so bene che
i vostri erano altri tempi
ma almeno
noi giovani, in quest’epoca disgraziata
riusciamo a
goderci una sana risata.
di Filippo Leto
di Filippo Leto
BRANO CONSIGLIATO PER LA LETTURA
6 commenti:
Bravo Filippo, non sei poi così squadrato-squadrista come vuoi sembrare. Bell'attacco al perbenismo stupido e sterile!
Complimenti Filippo, ma come vedi la gente si sente così tanto per bene, che nessuno si sente chiamato in causa e non vi sono commenti.
Bella poesia veramente ! Complimenti Filippo ! Ciminna mi stupisce sempre di più. Dopo la poesia di Domenico anche Filippo. Un bel vivaio di poesia.
La poesia del poeta ciminnese Filippo Leto racconta una realtà non solo di Ciminna ma direi piuttosto universale: "la vita sociale dei piccoli centri urbani". Una realtà che dovrebbe favorire l'aggregazione, il relazionarsi, il consolidamento dei rapporti umani, e che invece spesso diventa realtà schiacciante, asfissiante e moralizzatrice. Occhi costantemente puntati addosso, dito perennemente puntato, voci moralizzatrici che parlano "di te" ma non "con te".
Ecco che allora qualcuno di tanto in tanto si esaspera e arriva a dire: "io di stu paisi scappassi".
Ma come? Dovrebbe essere bello stare in un piccolo e ridente paese collinare, in un bel contesto naturale fatto di boschi, campagne e collinette con aria genuina, pane di casa e salsiccia nostrana, e invece c'è chi vuole scappare?
Poi, in mezzo a tanti moralizzatori dovrebbe regnare la giustizia, la morale perfetta, ci si dovrebbe sentire al sicuro dalla mentalità mafiosa, dalla disonestà, dalla cattiva politica, ecc, ecc... e invece questi stessi moralizzatori sono coloro che poi danno il voto ai filo-mafiosi, che appoggiano la cattiva politica per impostare i propri figli, e che magari partecipano alle processioni con il cero in mano, o che magari fanno parte di importanti congregazioni religiose, con tanto di pitturina e medaglione aureo attaccato al collo.
Ezio il tuo commento mi emoziona, la poesia di Filippo è stupenda e tu hai dato la stessa mia interpretazione. E' un piace condividere il tuo commento e sono contendo del fatto che dopo Passantino, il tuo sito ospita un altro poeta ciminnese.
Ad maiora
Per me è un onore ricevere i vostri complimenti, soprattutto da due "Sommi poeti" come Ezio e Domenico! In particolar modo mi fa davvero tanto piacere trovare la mia poesia pubblicata sul blog "Percorsi poetici a Brannu" così da poter permettere un più ampio scambio di idee e pensieri.
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