"La rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello” . Questa la frase che domenica 18 marzo ha svegliato Bolognetta. Gli abitanti del piccolo centro in Provincia di Palermo hanno infatti trovato affissi nelle loro porte di casa dei volantini colorati con la frase del giudice Borsellino. Nel volantino una firma misteriosa:“La rivoluzione delle matite. Bolognettesi per il voto di coscienza”.
Una sorpresa in piena campagna elettorale, chiarita dalla pagina ufficiale facebook: “la rivoluzione delle matite non è un partito, né un movimento”. Qualcuno pensava fosse un altra lista, ma gli organizzatori assicurano che ” non è schierato, nell'ambito delle elezioni comunali, con nessuna lista in particolare e tutti i collaboratori sono liberi di votare, promuovere e sostenere in libertà i candidati che preferiscono” e precisano “la rivoluzione delle matite è invece schierata a difendere i valori della legalità e della buona amministrazione contro gli atti illeciti e le ingerenze di chi vuole assoggettare il potere libero del cittadino al voto segreto e cosciente”. L’idea di fondo è quella di comunicare “idee e pensieri attraverso modi originali che possano in qualche modo stimolare la riflessione e la coscienza” su temi importanti. Gli organizzatori hanno deciso di sfruttare l’effetto “sorpresa”, ma non si sono di certo nascosti. Mentre affiggevano i volantini porta a porta, lanciavano su Facebook una pagina ufficiale con la lista dei loro nomi e il manifesto delle loro idee.
I volantini colorati purtroppo sono stati rimossi nell'arco di due ore, da qualcuno a cui non stavano a cuore le parole del magistrato ucciso dalla mafia.
Domenica 22 aprile 2012 invece il risveglio, a sorpresa seguendo lo stile del gruppo, è stato animato da un centinaio di sagome tricolore affisse in ogni palo. All'interno delle sagome si leggono delle scritte in siciliano ironico che fanno riflettere sul voto di parentela. Che senso ha votare un parente se quest´ultimo non ha le capacità o la volontà di adoperarsi per il bene comune?
Purtroppo in un Comune nel quale la pratica del voto di parentela è ancora radicata e presente, la "rivoluzione delle matite" ha trovato pane per i suoi denti nel rilanciare l´assurdità di questa pratica che rende meno dignitoso il voto di ciascun cittadino.
"La sagoma tricolore rappresenta la nostra coscienza civile" dicono gli organizzatori "che ci interroga sul senso del nostro voto dato spesso con leggerezza o per ottenere in seguito vantaggi personali", "si spera che il cittadino si interroghi sul fatto che non ha senso votare un candidato per motivi di parentela, ma che si scelga sempre il più valido e capace".
"nzoccu dici tò ziu nun cunta cchiù, ´u candidatu l´ha scegliri tu!".
“Se voti i parenti, te ne penti"
Oggi apprendiamo attraverso il comunicato la notizia delle minacce anonime che con un atteggiamento mafioso intimidiscono i fautori di quest'azione rivoluzionaria.
La redazione di Agorà Ciminna, nel difendere la libertà di espressione e di voto dalle minacce mafiose, esprime piena solidarietà al gruppo di rivoluzionari. Parteciperemo anche noi con la matita all'orecchio, alla manifestazione del 29 aprile perché come loro vogliamo essere liberi.
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