Tra le tante
date che hanno segnato la storia della nostra penisola, sicuramente il 2 Giugno,
festa della Repubblica, è una delle più significative. Ma quest’anno non voglio
farvi il solito excursus storico ma vorrei più farvi riflettere sul significato
più profondo che essa rappresenta per noi italiani. In essa non è racchiusa
soltanto una vittoria elettorale ma l’orgoglio di un popolo che ama la sua
terra e che per essa ha lottato e sofferto. In questo giorno nelle nostre menti
dovrebbe essere vivo il ricordo di chi ha combattuto e perso la vita per la
nostra nazione, di chi ha contribuito nel proprio piccolo alla crescita ed allo
sviluppo di essa, e di chi guardando il verde delle nostre colline, il bianco
delle nostre cime innevate e il rosso dei nostri alberi fruttati ha ringraziato
Iddio per esser nato ITALIANO.
Quest’anno purtroppo in un periodo di crisi e di forti discontenti, i festeggiamenti per questo avvenimento vengono visti come uno spreco e non sono mancati un susseguirsi di polemiche e discontenti. Ma se mi permettete una riflessione, penso che nessun centesimo può considerarsi sprecato se servirà a riaccendere quel briciolo di amor di patria che oggi sempre più spesso è messo da parte. Per quanto può essere discutibile il modo di festeggiarlo vi assicuro che difficilmente vi sia modo migliore. Il veder sfilare davanti ad un’intera nazione i nostri militari e tutte quelle persone che ogni giorno fanno molto per il nostro Stato deve essere motivo di grande orgoglio, poiché essi non rappresentano il singolo ma bensì la pluralità di chi ha fatto grande questa nazione e che proprio tra quei monumenti di Roma ha posto le insegne per diverse civiltà. Quell’enorme tricolore che tinge per un giorno il nostro Colosseo fa le veci delle migliaia di bandiere che tutti noi almeno una volta abbiamo sventolato fieramente, sia che lo scenario sia una battaglia o semplicemente la vittoria in un evento sportivo. E per finire le nostre “Frecce Tricolori” che volano alto nell’azzurro del nostro cielo, cercando di lasciare su di esso un segno indelebile e facendoci amare ancor di più quelle sei lettere che ci uniscono dalle Alpi alla Sicilia e che in un giorno di questo non puoi fare almeno di pronunciarle con orgoglio.
Quest’anno purtroppo in un periodo di crisi e di forti discontenti, i festeggiamenti per questo avvenimento vengono visti come uno spreco e non sono mancati un susseguirsi di polemiche e discontenti. Ma se mi permettete una riflessione, penso che nessun centesimo può considerarsi sprecato se servirà a riaccendere quel briciolo di amor di patria che oggi sempre più spesso è messo da parte. Per quanto può essere discutibile il modo di festeggiarlo vi assicuro che difficilmente vi sia modo migliore. Il veder sfilare davanti ad un’intera nazione i nostri militari e tutte quelle persone che ogni giorno fanno molto per il nostro Stato deve essere motivo di grande orgoglio, poiché essi non rappresentano il singolo ma bensì la pluralità di chi ha fatto grande questa nazione e che proprio tra quei monumenti di Roma ha posto le insegne per diverse civiltà. Quell’enorme tricolore che tinge per un giorno il nostro Colosseo fa le veci delle migliaia di bandiere che tutti noi almeno una volta abbiamo sventolato fieramente, sia che lo scenario sia una battaglia o semplicemente la vittoria in un evento sportivo. E per finire le nostre “Frecce Tricolori” che volano alto nell’azzurro del nostro cielo, cercando di lasciare su di esso un segno indelebile e facendoci amare ancor di più quelle sei lettere che ci uniscono dalle Alpi alla Sicilia e che in un giorno di questo non puoi fare almeno di pronunciarle con orgoglio.
La redazione di Agorà Ciminna rivolge un augurio di cuore a tutti gli italiani.
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