di Agorà Ciminna
Dopo aver perso la maggioranza alla camera, e rassegnatosi di fatto dinanzi all'evidenza, Berlusconi raduna un vertice con i Ministri del suo governo per prendere un immediata decisione.
Sono le 18:45 quando si reca al Quirinale dal Capo dello Stato per discutere sull'accaduto, ne uscirà quasi un'ora dopo e il risultato, da come si apprende nel comunicato del Presidente della Repubblica, è che Berlusconi si impegna a rassegnare le dimissioni ma soltanto dopo aver approvato la legge di stabilità che l'Europa ci chiede. Non avendo la maggioranza non si capisce con quali numeri lo farà, ma il terzo polo attraverso Rutelli ha già fatto sapere che voteranno la legge.
Anche se Napolitano avvierà le consultazioni per un governo di larghe intese, Berlusconi ha dichiarato che l'unica strada democratica percorribile è il voto anticipato, per non tradire le aspettative del 2008; e lancia come possibile candidato premier Angelino Alfano, l'attuale segretario del PDL, facendo però capire che saranno gli iscritti del partito a deciderlo.
Con l'uscita di scena di Berlusconi le opposizioni sono quindi impegnate a decidere la strada da intraprendere, con quali coalizioni intenderanno presentarsi e quale sarà il programma per uscire della crisi economica.
Il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani sarà il candidato premier di una sinistra che non si sa ancora come si presenterà alle elezioni.
Saranno interessanti le prossime settimane per capire quali saranno le sorti del Paese.
Le dimissioni molto probabilmente avverranno tra due settimane e si parla di Gennaio per le votazioni. Una cosa è certa: votare con questa legge elettorale non è un punto di vantaggio per il Paese che ha bisogno di un governo con una grandissima maggioranza (come la Germania di anni fa) per prendere delle decisioni dure per il popolo, ma che risolleveranno la nostra economia.
Preoccupante è però la scarsa credibilità della classe politica che deve riconquistare gli italiani nel minor tempo possibile per evitare tra le altre ipotesi delle rivolte popolari.
2 commenti:
il fatto che abbia promesso di dimettersi non ha portato grandi vantaggi soprattutto vista la reazione dei mercati; ormai neanche loro credono alle promesse prive di fondamento di quest'uomo.
La soluzione, a mio parere, può essere solo una: un nuovo governo che accomuni tutte le forze in campo e che si prenda la responsabilità di fare delle riforme dure e ormai non più rinunciabili che nessun partito altrimenti farebbe nel momento in cui vincesse le elezioni.
assolutamente d'accordo...bisogna formare in tempi brevissimi un governo di salute nazionale...varare le riforme che il mondo chiede all'italia...cambiare la legge elettorale...e archiviare la pagina politica italiana più triste della storia
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