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lunedì 26 dicembre 2011

"Le regole del gioco" un libro di Giovanna Fiume

di Santo Lombino
Il libro esamina la realtà sociale e politica del comune di Marineo tra il 1820 ed il 1860, in età pre-unitaria. All’inizio di tale periodo il regime borbonico tenta di varare una riforma amministrativa dello stato, che apre spazi nella pubblica amministrazione all’insediamento di gruppi sociali borghesi all’interno degli organismi di direzione degli Enti locali. Ogni Comune ha la sua lista degli eleggibili, nella quale saranno annotati “gli abitanti che hanno una proprietà (…) e coloro che esercitano arti e mestieri che possano equivalere a tale proprietà”. Le liste hanno validità quadriennale, mentre annualmente deve rinnovarsi un quarto del decurionato, cioè del consiglio comunale. “Non possono essere membri dello stesso decurionato gli ascendenti e i discendenti in linea retta, lo zio e il nipote, o due fratelli” .
Il decurionato forma le terne per la nomina del Sindaco e dei due primi eletti che non provengono dallo stesso decurionato, ma dalle liste degli eleggibili. Allo stesso modo, il decurionato "nomina per terna il cancelliere archiviario e il cassiere (...) e nomina sulle proposizioni del Sindaco, e sotto approvazione dell' Intendente ogni altro impiegato, agente o salariato del amministrazione comunale". Sindaco ed eletti durano in carica tre anni e devono attendere un triennio per essere rinominati, le altre cariche hanno durata variabile. L'esercizio dell'ufficio di sindaco, primo e secondo eletto, decurione, consigliere provinciale e distrettuale è a titolo puramente onorifico, cioè non dà diritto a indennità o vitalizi, ma sarà utile ad ottenere impieghi di Stato dalla corona reale.
In questo quadro si assiste ad una dura competizione tra gruppi, famiglie, consorterie che cercano di accaparrarsi gli incarichi, le prebende e risorse pubbliche o comunque di farne un uso tutt’altro che trasparente o neutrale. A Marineo, come in altri centri della Sicilia, tale posta in palio scatena gli interessi dei diversi gruppi di potere, disposti a tutto pur di arrivare alla conquista delle posizioni dominanti e, una volta raggiunte, al mantenimento di esse. Si assiste così a momenti di grossa conflittualità, in certi casi a scontri armati, dando vita in paese ad un clima che procura sconcerto presso gli osservatori esterni e presso le pubbliche autorità. Spesso però gli interventi di queste ultime, anche quelli fondati sulle migliori intenzioni e improntati, nei limiti di quel contesto storico, all’universalità ed all’uguaglianza delle leggi, anziché calmare gli animi, acuiscono i contrasti e li portano a soluzioni di estrema gravità.
Oltre a seguire con attenzione e ricchezza di riferimenti tali vicende nel corso del quarantennio, il volume fa largo uso di grafici per rendere più chiare al lettore le caratteristiche delle liste degli eleggibili dei vari anni, esaminandole sia dal punto di vista delle classi e dei ceti sociali, sia dell’età e dei gruppi familiari di appartenenza.

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