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lunedì 20 agosto 2012

Il lavoro è un bene per tutti

di Benito Campobello


Riflessioni  di un padre di famiglia:

Il Lavoro è un bene per l’uomo, è un bene per la sua umanità,perché mediante il lavoro l’uomo  non solo trasforma la natura adattandola alle sue necessità, ma anche realizza se stesso come uomo , anzi in un certo senso, “diventa uomo”

E’ sotto gli occhi di tutti il problema del disorientamento dei giovani di fronte al lavoro. Si ha l’impressione che a mancare non sono solo le opportunità oggettive di lavoro, ma anche l’idea stessa del lavoro. I giovani d’oggi entrano al lavoro in età sempre più avanzata, generando un prolungarsi della vita nell’ambito della  famiglia d’origine con le conseguenze storture sociali.

In Italia ,leggevo sul Sole 24 ore di qualche giorno fa, ch il 75% dei giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni sono economicamente dipendenti dalle famiglie d’origine. Rischiamo che un’intera generazione sia destinata a rimanere ai margini della società. In Sicilia, oltre all’alto tasso di disoccupazione   ( 48%)  c’è anche una prolungata transizione tra la fine degli studi e l’inserimento nel mondo del lavoro, quindi ciò determina  un aumento  più lungo del periodo di disoccupazione . Tutto ciò comporta uno scivolamento in avanti di scelte di vita fondamentali , come l’uscita di casa, il matrimonio, la famiglia, il mettere al mondo dei  figli. Capiamo bene che tutto questo induce in molti giovani un senso di rassegnazione e di impotenza. Serve invece trasformare queste situazioni critiche in nuove opportunità. Il futuro non dà più certezze, anzi si percepisce sempre di più il rischio che si possa subire un arretramento delle condizioni di vita rispetto a quelle odierne. I giovani d’oggi sono isolati in un limbo dal quale non riescono a guardare la società che lavora.  Non conoscono il peso del lavoro, la fatica la durezza dei suoi ritmi. E così la notte è per loro una dimensione più familiare  dell’alba quando si parte per andare al lavoro. Ma del lavoro spesso non si conosce neppure l’intelligenza delle mani  che è il frutto appropriato degli attrezzi fondamentali , anche solo per fare piccole riparazione domestiche, tanto ci pensa papà!
Certo ci sono giovani e giovani. Anche per quanto riguarda il tema del lavoro. Abbiamo tutti ancora presente l’anno scorso quando tanti giovani in tutta l’Europa contestavano la debolezza e l’incapacità della politica, lo strapotere dei poteri  forti della finanza, l’incapacità  di affrontare  il problema giovanile e darne  risposta , a cercare di  programmare lo sviluppo e soprattutto dare fiducia e speranza ad un’intera generazione.

I giovani infatti , non sono meno preoccupati e coinvolti dalle noti vicende economico-finanziarie di questi tempi , eppure si continua a tenere i giovani lontano dalla politica dalla finanza dalle istituzioni. Eppure sono loro che portano sulle loro spalle gran parte dei debiti fatti dai patri, ecco perché ritengo che la politica, le istituzioni, la finanza debbano occuparsi di loro , perché innanzitutto è un atto di giustizia verso di loro.

C’è da sperare che il problema del precariato dei giovani si risolva innanzitutto a un cambio radicale di mentalità: a condizione che tutti siamo disposti a pagarne almeno una parte del prezzo. Come? Riscrivendo il patto tra le generazioni.

Cosa fare? Intanto riproporre i 4 consigli di un grande economista, Luigino  Bruni,
  1. Non considerare il proprio titolo di studio come un vincolo, ma piuttosto come un’opportunità.
  2.  Non considerare il lavoro intellettuale superiore al lavoro manuale, da una laurea umanistica può venire fuori un bravissimo giardiniere, il titolo di studio và considerato come patrimonio di accrescimento personale, non và mai perso.
  3. Ricordarsi che il lavoro non parte dall’offerta, ma dalla domanda, il lavoro è sempre una risposta a un bisogno , a un interesse altrui.
  4.  Sviluppare la virtù della creatività, essere imprenditori prima di se stessi e poi degli altri!

Questa, credo, è la grande sfida dei giovani di oggi, o almeno dei giovani che vogliono scommettere sul futuro,dei i giovani di oggi che vogliono fare famiglia in un mercato del  lavoro quanto mai flessibile,  una sfida che non può fare a meno di Noi Padri!

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