Il Lavoro è un bene per l’uomo, è un bene per la sua
umanità,perché mediante il lavoro l’uomo
non solo trasforma la natura adattandola alle sue necessità, ma anche
realizza se stesso come uomo , anzi in un certo senso, “diventa uomo”
E’ sotto gli occhi di tutti il problema del disorientamento
dei giovani di fronte al lavoro. Si ha l’impressione che a mancare non sono
solo le opportunità oggettive di lavoro, ma anche l’idea stessa del lavoro. I
giovani d’oggi entrano al lavoro in età sempre più avanzata, generando un
prolungarsi della vita nell’ambito della
famiglia d’origine con le conseguenze storture sociali.
In Italia ,leggevo sul Sole 24 ore di qualche giorno fa, ch il
75% dei giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni sono economicamente
dipendenti dalle famiglie d’origine. Rischiamo che un’intera generazione sia
destinata a rimanere ai margini della società. In Sicilia, oltre all’alto tasso
di disoccupazione ( 48%) c’è anche una prolungata transizione tra la
fine degli studi e l’inserimento nel mondo del lavoro, quindi ciò
determina un aumento più lungo del periodo di disoccupazione .
Tutto ciò comporta uno scivolamento in avanti di scelte di vita fondamentali ,
come l’uscita di casa, il matrimonio, la famiglia, il mettere al mondo dei figli. Capiamo bene che tutto questo induce
in molti giovani un senso di rassegnazione e di impotenza. Serve invece
trasformare queste situazioni critiche in nuove opportunità. Il futuro non dà
più certezze, anzi si percepisce sempre di più il rischio che si possa subire
un arretramento delle condizioni di vita rispetto a quelle odierne. I giovani
d’oggi sono isolati in un limbo dal quale non riescono a guardare la società
che lavora. Non conoscono il peso del
lavoro, la fatica la durezza dei suoi ritmi. E così la notte è per loro una
dimensione più familiare dell’alba
quando si parte per andare al lavoro. Ma del lavoro spesso non si conosce
neppure l’intelligenza delle mani che è il frutto appropriato degli
attrezzi fondamentali , anche solo per fare piccole riparazione domestiche,
tanto ci pensa papà!
Certo ci sono giovani e giovani. Anche per quanto riguarda il tema del
lavoro. Abbiamo tutti ancora presente l’anno scorso quando tanti giovani in
tutta l’Europa contestavano la debolezza e l’incapacità della politica, lo
strapotere dei poteri forti della
finanza, l’incapacità di affrontare il problema giovanile e darne risposta , a cercare di programmare lo sviluppo e soprattutto dare
fiducia e speranza ad un’intera generazione.
I giovani infatti , non sono meno preoccupati e coinvolti
dalle noti vicende economico-finanziarie di questi tempi , eppure si continua a
tenere i giovani lontano dalla politica dalla finanza dalle istituzioni. Eppure
sono loro che portano sulle loro spalle gran parte dei debiti fatti dai patri,
ecco perché ritengo che la politica, le istituzioni, la finanza debbano
occuparsi di loro , perché innanzitutto è un atto di giustizia verso di loro.
C’è da sperare che il problema del precariato dei giovani si
risolva innanzitutto a un cambio radicale di mentalità: a condizione che tutti
siamo disposti a pagarne almeno una parte del prezzo. Come? Riscrivendo il
patto tra le generazioni.
Cosa fare? Intanto riproporre i 4 consigli di un grande
economista, Luigino Bruni,
- Non considerare il proprio titolo di studio come un vincolo, ma piuttosto come un’opportunità.
- Non considerare il lavoro intellettuale superiore al lavoro manuale, da una laurea umanistica può venire fuori un bravissimo giardiniere, il titolo di studio và considerato come patrimonio di accrescimento personale, non và mai perso.
- Ricordarsi che il lavoro non parte dall’offerta, ma dalla domanda, il lavoro è sempre una risposta a un bisogno , a un interesse altrui.
- Sviluppare la virtù della creatività, essere imprenditori prima di se stessi e poi degli altri!
Questa, credo, è la grande sfida
dei giovani di oggi, o almeno dei giovani che vogliono scommettere sul futuro,dei
i giovani di oggi che vogliono fare famiglia in un mercato del lavoro quanto mai flessibile, una sfida che non può fare a meno di Noi
Padri!
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