Agorà Ciminna è attivo al nuovo indirizzo www.agoraciminna.it

La seguente pagina rimarrà a vostra disposizione con le sole funzioni di archivio degli articoli pubblicati negli anni passati (Agosto 2012).
Selezionando i due menù alla vostra destra potrete attingere alle notizie classificate per data e per argomenti.

martedì 28 giugno 2011

"Voglio essere informato" stampa, incolla e condividi


NO ALLA LEGGE BAVAGLIO

I post-it hanno fermato già una volta la legge bavaglio sulle intercettazioni. Ora il governo vuole riproporre quelle norme per far calare il silenzio sull'inchiesta P4 e impedire nuove indagini delle procure. Ecco quindi un logo per dire no a questa decisione della maggioranza e difendere la democrazia.

L'immagine è a vostra disposizione da stampare, incollare, diffondere e condividere attraverso siti, blog e social network - come Facebook e Twitter. Ecco come fare.

In formato pdf 1
In formato vettoriale 2
In formato PNG trasparente 3(utile per stamparlo in tutte le dimensioni)fonte: repubblica.it

1 commento:

ma un crepa mai??? ha detto...

Espresso 27 06 2011 sunto
6 luglio, muore il Web italiano
di A Longo
Dalla settimana proxa l'Autorità e comunicazioni avrà il diritto arbitrario di oscurare siti senza un processo. Una norma che non esiste in nessun Paese libero. Fortemente voluta da Berlusca e da Mediaset
arriverà una delibera Agcom, tutela del copyright online, e sarà una censura del web, in nome di Mediaset e delle lobby dell'audiovisivo, con il centro destra. E' questo l'allarme lanciato da associazioni (Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, S Leg Sarzana). Avevano già fatto una campagna contro i rischi di quella delibera, ma speravano ancora di cambiare le cose. Speranze fallite venerdì, dopo aver incontrato Calabrò, pres Agcom ( «apprendiamo che non c'è spazio per la mediazione e che Agcom intende approvare la delibera-censura in fretta e furia», dice Nicotra, segretario di Agorà Dig, associazione radicale. Nel testo definitivo dovrebbe restare il principio di fondo, già presente nell'attuale bozza della delibera: Agcom avrà il potere di oscurare siti web accusati di facilitare la pirateria. Senza passare da un regolare processo, ma solo a fronte di una segnalazione da parte dei detentori di copyright.
Ma perché gridare alla censura? Come motivate quest'allarme?
«La questione è che il diritto d'autore sul web ha tantissimi ambiti ed è possibile che l'industria del copyright metta in piedi interi uffici dedicati a segnalare presunte violazioni all'Autorità, come avvenuto in altri Paesi. L'Autorità non avrà i mezzi per gestire le decine di migliaia di segnalazioni che arriveranno. Sarà il Far west, ci saranno decisioni sommarie, ai danni di siti anche innocenti. Siamo il primo Paese al mondo a dare ad Agcom questo potere. Calabrò stesso ci ha detto che sa di muoversi in un territorio di frontiera».
Però ci si potrà difendere opponendosi all'oscuramento del sito.
«Secondo la delibera, potrà farlo il gestore del sito web, ma non l'utente che carica il contenuto in questione. Sarà un salto nel buio. Il nostro colloquio con Calabrò ci ha confermato che l'Autorità non è preparata a questo».
Perché non lo è?
«Per esempio: abbiamo detto a Calabrò che i provider Internet avranno grosse spese per rimuovere i contenuti dal web e lui ci ha risposto che non lo sapeva, che non gliel'avevano detto. Non ci ha mai risposto con numeri e criteri oggettivi alle nostre critiche».

Ma la censura avrà anche un colore politico?
«Sì e questo rende la cosa ancora più grave. Siamo in un Paese in cui la denuncia per diffamazione è facile ed efficace, per mettere a tacere media. In un sistema politicizzato come il nostro, questo nuovo potere che Agcom potrebbe aggravare il fenomeno. Dalla denuncia per diffamazione all'oscuramento d'Autorità di un sito il passo è breve».


«In precedenza Agcom ci aveva promesso, per tenerci buoni, tanti incontri di mediazione e che il testo definitivo non sarebbe stato subito esecutivo ma che sarebbe stato messo in consultazione. Adesso invece ha deciso che già prima dell'estate, probabilmente il 6 luglio, arriverà a una delibera fatta e compiuta».
«Siamo in un contesto di grossa instabilità politica. In questo momento il clima è ancora favorevole agli interessi di Mediaset, ma Agcom teme che non sarà presto così e quindi vuole chiudere in fretta la vicenda. E' un altro effetto del conflitto di interesse del pres del Consiglio».

L'interesse delle lobby del copyright è evidente. Ma di Mediaset? E' solo quello di tutelare il proprio diritto d'autore sul web (ha denunciato in passato Google per video su YouTube, del resto)?
«Non solo. Lo scopo è forgiare il web in modo simile al mercato che loro conoscono e depotenziandone la minaccia al loro business. Hanno fatto così anche con la delibera sulle web tv». omissis

« ».