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sabato 13 agosto 2011

Il culto dell'Assunta a Ciminna


Testimonianze d'arte e di storia
Maria  SS Assunta
Premesso  che non appare del tutto chiarita la connessione tra il culto della Madonna delle Grazie e quello dell'Assunta comunemente sovrapposti in gran parte d'Italia (e dappertutto celebrati il 2 luglio ed il 15 agosto -Siena che alle due festività lega il Palio-), ne per altro quest'intervento intende essere di aiuto in tal senso, si prende atto come a Ciminna stessa tale identificazione è presente almeno in tre casi.

chiesa della Raccomandata
La chiesa di Sancta Maria de Racomandata, comunemente “A Raccumannata”, sorgeva sull'attuale via Umberto I, vicinissima all'innesto con la via San Francesco e prospettava sull'omonimo piano, quasi di fronte alla chiesa del San Salvatore (San Domenico) ed all'Oratorio del SS. Rosario (U Ratoriu). Da questa chiesa provengono pochissime carte d'archivio e la frammentaria epigrafe oggi presso il Museo Civico “Don Filippo Meli”. Il testo, redatto nel 1670, sunteggia la storia dell'edificio e ci informa, come nel 1230, ai primordi stessi di Ciminna, l'edificio consistesse in un sacello, lontano e fuori dalle mura, dedicato a Santa Maria delle Grazie; come nel 1400, ridotto in forma di chiesa, fosse stato dedicato all'Assunta e come, nell'anno 1500, lo stesso edificio, retto da un sodalizio femminile, fosse detto della Raccomandata. Il monumento, nel 1670, fu demolito e ricostruito, a cura e spese del medico don Luca Monasterio che lo dotò anche di arredi, su progetto del cugino don Paolo Amato, e vi si celebravano le sette festività della Vergine infatti, se uno dei lati dell'ottagono su cui era impostata la pianta delle fabbriche, era occupato dall'ingresso, sull'altar maggiore stava un dipinto dell'Assunta e sui rimanenti altre tele, come la superstite Natività della Vergine, presso il Museo Civico, illustravano la vita della Madre di Dio.
Sul finire del secondo decennio del Seicento, al limite del Piano della Porcalora, sul sito detto allora Portella di Calamigna, venne fondata la chiesa comunemente detta Nostra Donna. Ne resistono ancora le fabbriche da identificare con quelle in cui in anni recenti sorse un locale denominato “Tempio Club”. La chiesa fu dedicata a Santa Maria delle Grazie e don Santo Gigante ricorda, nel suo Repertorio delle cose piv' notabili svccesse in diuersi tempi a Ciminna, la traslazione, dalla Matrice alla nuova chiesa, della miracolosa immagine della Madonna, quadro che, sconsacrata la chiesa ritornò al patrimonio della parrocchiale.  Sull'altar maggiore della chiesa di Nostra Donna, nonostante il titolo, era dipinta una grande immagine dell'Assunta.
Altro caso quello della chiesetta che, nel 1684, venne fondata nelle sue case da don Francesco Gigante fratello di don Santo, ed allora vicario foraneo di Ciminna. Sorgeva sull'attuale via J. Kennedy (ex Salita Matrice) ed è forse da identificare con quella chiesa della Madonnuzza, cui accenna il Graziano che la dice ubicata poco sopra Porta Palermo (incrocio via Cocchiara-via Kennedy). Per volere del fondatore fu dedicata alla Madonna de le gratie seu di menzo Augusto.
Oltre all'antico culto manifestato anche con la quasi scomparsa tradizione popolore de' “li tribuneddi”, Ciminna ha altri luoghi dedicati all'Assunta. La chiesa dei Cappuccini, fondata unitamente al convento nel 1584 e, nella Matrice, un altare detto dell'Assunta ma, più propriamente, del Transito della Vergine (Dormitio Virginis), ornato da uno splendido dipinto del La Barbera. Altre chiese, come San Giovanni, San Giuseppe e quella dei Cappuccini, ospitano immagini dell'Assunta nella tradizionale iconografia della dormitio e caratterizzate dall'essere eseguite con testa e mani di cera. La festifità doveva comprendere anche una processione se, fino a non molto tempo fa, esistevano i resti di una statua, commissionata nel sec. XIX a Salvatore Bagnasco dai rettori della Raccomandata, ed un piccolo fercolo. La statua, che consisteva in un manichino con solo il capo e le mani in legno, veniva “vestita” con tunica e mantello ed adornata di diadema e stellario, rappresentava la Vergine con le braccia alzate, assisa su un immaginario soglio, pronta a transitare dal trono terrestre, che Le competeva per l'umana missione affidatale dal Creatore, a quello celeste su cui, per divino privilegio e contrappasso, unica creatura, sta assisa in tutta l'umana consistenza della sua incorruttibile carne.
 di Arturo Anzelmo

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