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domenica 27 giugno 2010

Italia e italiani

di Francesco Tusa
"Fatta l'Italia bisogna fare gli Italiani"

Il motto nasce da una delle opere di Massimo D’Azeglio (i miei ricordi), “Il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pure troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: purtroppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani”.

In questi giorni del mondiale in Sud Africa da come avete potuto ben notare, le nostre strade sono state invase dal tricolore. I vicoli, le viuzze e le piazze si sono colorate, come per magia, dei nostri gloriosi colori: verde, bianco e rosso. Tutti ci siamo sentiti parte di una nazione; orgogliosi di essere italiani, di avere una nazionale di calcio campione del mondo, e uniti sotto un unico coro abbiamo tifato e sofferto per i nostri "Azzurri".
Ma cosa significa essere parte di una Nazione? Cos’è il patriottismo?
Il sentimento di Nazione nasce con la cultura romantica, la Nazione è un complesso di persone che, avendo in comune caratteristiche quali la storia, la lingua, il territorio, la cultura, l’etnia, la politica, si identifica in una comune identità a cui essi sentono di appartenere legati da un sentimento di solidarietà. Conseguenza del sentimento di Nazione è quindi la nascita di uno Stato. Nazione, Stato quindi patria e cittadinanza. Una nazione per essere tale ha bisogno di basi storiche e culturali su cui radicarsi: costruzioni più o meno spontanee da parte di poeti, storici, scrittori, filosofi, linguisti e filologi; nazionalizzazione dei miti del passato, dare dunque radici storiche a qualcosa di già esistente.
Il patriottismo infine indica l'attitudine di gruppi o individui favorevole alla patria, essere patriota può anche significare mettere a rischio o donare la propria vita per la propria Nazione.
Con l’arrivo in italia delle truppe napoleoniche alla fine del 1700 e grazie al lavoro di alcuni poeti si ha un risveglio del sentimento di nazione. Saranno diversi i processi storici, che porteranno all'affermarsi di una coscienza nazionale, con la conseguente unità politica e con l' indipendenza della nazione italiana, inaugurando quindi successivamente il risorgimento; periodo che si concluderà solo dopo alcuni decenni nel 1861 con la nascita del Regno d'Italia, sotto la dinastia di casa Savoia.
Sono passati 150 anni da allora, “Fatta l’Italia bisognava fare gli italiani” cosa è mancato nel processo di formazione degli italiani? Perché il 25 Aprile, il 2 Giugno, il 4 Novembre il tricolore non invade le nostre vie con i suoi bei colori? La scuola, cosa fa per educare i nostri ragazzi a sentirsi Italiani? Come può un ministro della Repubblica Italiana sentirsi Padano e non Italiano?
L’inno di Mameli è chiaro, alla quarta strofa recita “dall’Alpe a Sicilia, dovunque è legnano” (legnano era il confine del regno sabaudo) e prima ancora alla terza strofa “Uniamoci, uniamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può?”.
Un inno scritto da un ragazzo che poi a 22 anni è morto combattendo per le sue idee, un inno che spesso viene criticato per la sua forma, ma provate a leggere gli altri inni, altro che Va pensiero solo Mameli ci fa sentire davvero ITALIANI, figli di un unica madre patria che ci unisce. Un unità che ancora oggi va creata non ostacolata, un unità che ancora oggi ha bisogno del contributo di tutti noi per resistere.
Purtroppo Abert Camus nel lontano 1939 l’aveva già detto,” È un fatto ben noto che riconosciamo la nostra madre patria quando siamo sul punto di perderla”.
Quanti di noi hanno letto l’inno d’Italia senza fermarsi alla prima strofa?
Invadiamo le nostre strade con il tricolore ogni volta che c’è da sentirsi italiani, cantiamo ad alta voce e con la mano al petto il nostro inno e mettiamo il tricolore alla finestra ogni volta che c'è da ricordare un data e sentirsi italiani come per il 25 aprile, il 2 giugno, ecc... non riconosciamo la nostra patria quando siamo sul punto di perderla. Festeggiamo le date importanti, non ricordo mai una cerimonia in piazza il 25 aprile o il 4 novembre nella mia giovane vita; per sentirsi italiani non bisogna aspettare eventi sportivi.
Malauguratamente la nazionale di calcio è stata elimintata al primo turno, non accadeva dal '74, era bello sentirsi italiani e vedere le bandiere al vento, adesso per i prossimi anni non ci resterà che vedere la bandiera appesa al Municipio, ma del resto almeno questa istituzionale nessuno c'è la potrà mai togliere.




A seguire potete leggere e ascoltare l’intero INNO DI MAMELI




Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Uniamoci, uniamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ti vorrei chiedere, vista la tua giovane età, quale aspettativa e quali speranze nutri per il futuro di questa Nazione e del concetto di Patria, in relazione, soprattutto, al fatto oramai ineluttabile che questo paese è governato da una maggioranza che di giorno in giorno sta abdicando nei confronti della secessione, del falso federalismo, della xenofobia, della assoluta mancanza di solidarietà verso i + deboli, della propaganda razzista, ........della Padania. Tieni conto che, fra l'altro, questo sciovinismo, questo antimeridionalismo non è x niente nuovo, scompare a tratti ma torna semptre di moda, aiutato come adesso, dai media prezzolati dalla maggioranza (RAI) e dalle tv di proprietà del nano nazioanale. Spesso, e non solo nelle situazioni sportive, anch'io ho un sussulto, una emozione da subito mortificata dall'atteggiamento che, ahimè, sempre di+ si va radicando nelle popolazioni "nordiche".

Anonimo ha detto...

Addio a Pes, firmò le case di Visconti (giornale di sicilia, oggi)

E’ morto a roma giorgio pes l’architetto che seguiva Luchino Visconti in tutte le regie dei suoi film. In particolare G.P. progettò gli esterni di Piazza Matrice (l’immaginario palazzo Salina) ed arredò gli interni di P. Gancia etc.