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giovedì 24 giugno 2010

L'Autore del quadro di Santa Rosalia ha finalmente un nome.

di Arturo Anzelmo

Il dipinto è stato per ben due volte (Palermo1990 e Monreale 2006) esposto in grandi mostre sulla pittura siciliana del Seicento.
Nel 1990 pubblicavo l'inedita tela della Matrice di Ciminna attribuendola "ad un pittore fiammingo piuttosto ambientato ed al corrente delle istanze di rinnovamento che in quegli anni fervevano in Sicilia ed a Palermo in special modo e alle cui fonti si ispirerà il giovanissimo Pietro Novelli.". Gli anni a cui riferivo l'esecuzione della tela erano quelli della peste del 1624 che avevano visto a Palermo operare Anton Van Dick, allievo del Rubens.


Che il quadro fosse stato eseguito dopo la fondazione della cappella (agosto 1625) era intuitivo, l'ossevazione del panorama urbano, nella zona inferiore della tela, mi portava a concludere come l'opera fosse da datare entro il 1627.
Nonostante gli elementi da me forniti la tela, presente nel 1990 alla mostra "Pietro Novelli e il suo ambiente" veniva datata alla metà del Seicento.
Una prima conferma, circa l'epoca di esecuzione da me proposta, veniva fornita nel '98 dal ritrovamento di un documento con il quale nel 1631 la Confraternita di Sant'Antonio Abate, commissionando l'esecuzione di una cornice per la propria chiesa, esprimeva l'esigenza che fosse fatta a similitudine di quella del quadro di Santa Rosalia esistente nella Matrice.
Le conclusioni cui ero allora pervenuto, trovano conferma nelle ricerche di Giovanni Mendola che ha ritrovato l'atto con cui al fiammingo Geronimo Gerardi (Anversa fine del sec. XVI – Trapani 1648) il 13 dicembre 1627 venivano saldate, da parte di don Girolamo Bonanno, sei onze in conto del dipinto di Santa Rosalia che si era obbligato ad eseguire. Un'altro documento ritrovato dallo stesso Studioso, conferma che, nella primavera dell'anno successivo, si commissionava la cornice.
Il Mendola avanza la questione circa la titolarità ad agire del Bonanno: opera per se o, per nome e per conto della famiglia baronale titolare del patronato della cappella?
Ritengo plausibile sostenere che la committenza sia da imputare ai Graffeo, da poco insignoriti della Terra e Castello di Ciminna con il titolo di baroni. Il Bonanno, che sarà loro amministratore per la baronia ciminnita, era eminente rappresentante della Comunia del Clero, sodalizio titolare del beneficio fondato nella Cappella e dunque, agiva per nome e per conto di don Guglielmo Graffeo e Ventimiglia allora barone di Ciminna. La precisazione chiarisce univocamente che, la tela della Matrice e non altre, è quella dipinta dal Gerardi.


Bibliografia: T- Viscuso in, Pietro Novelli e il suo Ambiente, Palermo 1990 che cita l'allora inedito mio Ciminna materiali di storia tra XVI e XVII sec. pubblicato lo stesso anno in Palermo; G. Mendola in Pompa Magna, Pietro Novelli e l'ambiente monrealese (2006) uscito a Piana degli Albanesi, 2008.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo.
Puoi inserire lo stesso articolo, foto compresa, anche sul sito della Pro Loco di Ciminna, in modo che possa essere tradotto e visionato anche in altre 5 lingue?
Grazie e buon lavoro per la prossima ricerca.

La Pro Loco di Ciminna

Anonimo ha detto...

che discorsi sono...??
se l'autore lo ha inviato ad agorà e non alla pro loco credo che un motivo ci sarà.....!!

Arturo Anzelmo ha detto...

Il motivo è presto detto: a gestire il blog c'è anche Nicola -mio figlio-. Tra gli argomenti manca una rubrica sull'arte era naturale che si rivolgessero a me. Ho promesso che qualche articolo lo avrei inviato ed eccolo qua.

Anonimo ha detto...

Ma è possibile che su questo blog, ci sia sempre qualche testa di C.......?
Se la Pro Loco ha chiesto all'Arch. Arturo Anselmo di inserire l'articolo sul loro blog, è perchè riconoscono valido il puntiglioso lavoro di ricerca dallo stesso effettuato.
E se lo stesso merita di visibilità, che figura ci fai ad interessarti di cose che non ti riguardano e che fra l'altro, per il tuo intervento, non capisci?

agorà ha detto...

Con riferimento ai precedenti commenti riportiamo stralcio del regolamento di Agorà Ciminna:
"L'utilizzo dei testi e delle immagini contenuti in questo blog è soggetto alla normativa italiana sul diritto d'autore. È possibile pubblicare e redistribuire occasionalmente e per fini non commerciali testi e immagini citandone adeguatamente la fonte e gli autori."

Anonimo ha detto...

Pongo ad Arturo un quesito. La maggior parte delle opere d'arte da sempre, ed in special modo nel Rinascimento, mi pare siano state commissionate da signori e governanti; mi chiedo se l'ispirazione, di volta in volta, era spontanea ed esclusiva da parte dell'autore, oppure nasceva da esigenze (oggi diremmo "mediatiche" o propagandistiche) dei committenti. E' evidente nella Ns opera, come in moltissime altre, quale potenza protettiva emanino le santità sovrastanti la nube nera.

Anonimo ha detto...

L'anonimo delle 03:10 è un emerito deficiente e questa volta ben venga l'anonimato altrimenti che bella figura di m....! Ma prima di parlare conta fino a 10, anzi fino a 1oo!

A. Anzelmo ha detto...

Al Postante del 28/6 ore 8,35
Bisognerà aspettare l'800 per veder comparire l'artista che, non ricevendo una commessa, produce opere d'arte ed interpreta secondo le proprie capacità intellettuali. L'artista, che ancora nel rinascimento è il faber o magister, nel ricevere una commessa, si assoggetta ai desiderata del committente che, a volte, entra nel dettaglio non solo in merito al soggetto, quanto negli stessi aspetti tecnici: materiali, specialità esecutive e tecniche di lavorazione. Che l'arte abbia poi avuto da antica data valore mediatico appare del tutto scontato. Essa veicola messaggi sul ruolo politico, sul grado, sul potere economico, dei committenti, fornendocene l'immagine dello status. Fondamentalmente veicola “valori” morali, religiosi, etc.. Correttissimo il tuo accenno alla valenza semantica del colore. Oltre alla nube, i colori degli abbigliamenti angelici, nel nostro quadro, sono allusivi di ciò che sono chiamati a rappresentare. La peste (vista come flagello divino) è un angelo in tunica violacea che, nel gesto di spezzare il dardo che tiene in mano, obbedisce alla divina determinazione impetrata dalla Santuzza, etc.. Come ex insegnante di disegno e storia dell'arte ti ho risposto per cortesia; non mi pare che tu abbia bisogno di lezioni sugli argomenti proposti dal quesito.

anonimo 25 giugno 2010 03.10 ha detto...

all'anonimo del 29 giugno 2010 22.28....
prima di insultare gratuitamente le persone conta fino a 10....anzi fino a 100!

ma basta!!!!! ha detto...

Ringrazio Arturo pee la cortese risposta al quesito, pensavo comunque di dare avvio, da profano, ad un forum sull'arte, con la speranza,finalmente, di riscontrare l'interesse dei giovani e, nel contempo, di non leggere + le solite scoglionature, i soliti insulti, gli agguati e le infinite menate politiche (mi si perdoni l'abuso del termine)

Anonimo ha detto...

Primun vivere deinde poetare!
E' la cruda realtà di sempre

Arturo Anzelmo ha detto...

Con riferimento al cortese postante che chiarisce come sua intenzione fosse quella di suscitare più ameni confronti su questo blog, pur non sottovalutando l'idea, quella dei gestori era molto simile: occuparsi anche di cose d'arte, argomento forte a Ciminna. Ho accettato anche per fare (spero) corretta divulgazione, atteso come sull'argomento non ci sia verso di correggere o chiarire inesatte notizie, come sconoscere il soggetto di un'opera o, essere evasivi sulla fondazione di monumenti o esecuzione di opere d'arte quando da tempo, anche per merito mio (immodestamente), molte cose sono state documentate. Ciao, se vuoi condividere con i postanti qualche curiosità/dubbio sulla storia delle arti a Ciminna, sarò lieto, fin dove posso, di rendermi utile.