Un particolare caloroso benvenuto agli emigrati che fanno ritorno nella loro terra di origine per condividere la gioia di un abbraccio con i loro cari e rinnovare la propria
fede al SS. Crocifisso.
Cos’è l’amore?
È il dono di se all'altro. Infatti Gesù dice: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Non è facile dare la vita per gli altri. L’uomo ha in se il cancro dell’egoismo. Per questo motivo, nei rapporti umani l’uomo tende sempre a salvare la propria vita e, appena vede che la sua vita è in pericolo, il suo egoismo lo porta subito a mettersi in salvo, non curandosi degli altri. L’uomo diventa amico di Dio se fa ciò che Egli comanda. Questo è il suo comandamento: che tu ami gli altri, come Dio ha amato, donando la vita di suo Figlio, “come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Fino a quando l’uomo si rifiuterà di perdere la vita per gli altri non conoscerà pienamente Dio. Chi dice: “lo conosco” ma non osserva il suo comandamento d’amore è un bugiardo, come ci ricorda l’Apostolo Giovanni. Dio ama chi mette la propria vita a servizio degli altri. Lo glorifica, così come ha amato e glorificato il suo Figlio, costituendolo “Signore e Cristo”. Il dono di se agli altri è difficile, ma non impossibile. Diventa impossibile quando non siamo in comunione con Dio. Perciò Gesù Cristo, il Crocifisso che ha offerto la sua vita per noi, ha detto: “Io sono la vite e voi i tralci; senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). Come cristiani, cioè come figli di Dio, questo comando abbiamo ricevuto dal Padre celeste: dare la vita per gli altri. Non c’è altro modo per essere cristiani, cioè figli di Dio.
Interroghiamoci in questi giorni di festa. Interroghiamoci davanti l’immagine del Crocifisso. Questo comando d’amore Egli ci grida silenzioso dall’alto della croce. Fratelli miei, non so cosa chiederà ciascuno di voi nel profondo del vostro cuore, ma so di certo cosa chiederò io al “Padre di Grazie”: Fa, o Signore, che questa comunità sia una comunità in cui regna l’amore, che questa terra sia una terra di Pace, che i nostri figli siano educati con i valori del dialogo e del perdono, liberi dalle contese familiari, inutili e sterili. Non permettere che in questi giorni di festa, occupati a guardare luminarie, cavalli, confetti e botti, ci dimentichiamo di Te che sei il festeggiato. Al di la di tutto rimani solo Tu a guardare e giudicare.
Amici miei, bisogna che ritroviamo la forza necessaria per recuperare il senso comunitario della nostra fede, non soltanto una volta l’anno, per la festa del Crocifisso, ma ogni giorno dobbiamo sentirci Ciminnesi. Impegnamoci a mettere in sinergia le risorse umane di ogni tipo così da reperire soluzioni nuove per creare il contesto nuovo, comunitario appunto, in cui ognuno trova accoglienza, solidarietà, amore, in cui sperimenta che di fronte alle difficoltà non si è da soli. La festa del Crocifisso non deve essere motivo di ulteriori divisioni, contese, personalismi sciocchi, ripicche o critiche inutili, tutti siamo bravi a criticare, pochi a lavorare... disinteressatamente. Questa festa deve essere l’occasione in cui trovare le energie positive che ciascuno possiede, ricordandoci che siamo una comunità, la cui grande storia affonda le radici nei secoli; che in mezzo a noi ci sono le testimonianze di un passato glorioso sotto tutti gli aspetti (religioso, sociale, culturale, politico, economico) che ha permesso a Ciminna di attraversare i secoli e a voi di essere nati.
Bisogna ritrovare la gioia dell’appartenenza alla nostra comunità, amare il proprio paese, conoscere e valorizzare le proprie origini, rinvigorire le radici della fede cristiana che per Ciminna è stata il collante della sua unità e il motivo di crescita nel tempo, anche se oggi si vorrebbe nasconderlo o peggio negarlo, proponendo uno stile laicistico ad oltranza. Bisogna che rifioriscano animi del calibro di Vincenzo e Paolo Amato, il Sacerdote Vito Leto, il Frate Francescano Conventuale Pasquale Sarullo, Don Giuseppe Rizzo, lo Storico Vito Brancato, il Maestro Gabriele Bonanno e tantissimi altri...
È l’augurio questo che intendo rivolgere a tutti e ad ognuno. Ritroviamo uno spiccato senso di responsabilità nell'affrontare le sfide, le difficoltà, i problemi di ogni giorno, disposti ad agire, ad unire gli sforzi, come una vera comunità. Torniamo ad amare il nostro paese, la sua storia, la sua copiosa arte, perché tutta la ricchezza che ci circonda, rappresenta ancora un notevole patrimonio che va ricuperato urgentemente. Consideriamo la potenzialità dei giovani che vanno sostenuti, spronati, poiché emergano le loro potenzialità e le loro capacità. Non si può pensare un avvenire migliore se non si coinvolge il mondo giovanile rendendolo protagonista del suo avvenire.
Affidiamo questi desideri al SS. Crocifisso per le mani di Maria e del nostro Patrono San Vito, esempio di totale dedizione a Dio e ai fratelli, martire della fede cristiana. Ancora oggi ci mostra la croce gloriosa di Cristo testimoniando che è possibile realizzare gli ideali della fede che inducono ogni uomo che crede ad un impegno responsabile, fedele e creativo.
A tutti il mio saluto e l’impegno a ricordarvi durante le celebrazioni della Festa.
IL PARROCO
Don Domenico Sòdaro
Don Domenico Sòdaro