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sabato 4 settembre 2010

San Vito Martire

di Vito Piscitello
Vito nasce nel 289 d.C. a Mazzara del Vallo da Ila, pagano di nobile stirpe, e da Bianca, matrona cristiana.
Pochi giorni dopo la sua nascità la madre morì e venne affidato alla nutrice Crescenza, donna cristiana di piene virtù. Ancora in tenerà età fu educato da Modesto, maestro nobile e valente di cristiani sentimenti.

Divenuto adolescente fece gradi progressi nella coscienza e nella pratica della vita cristiana e fu battezzato.
Ila venuto a conoscenza della fede del figlio, usò tutti i mezzi per riportarlo all'idolatria pagana, ma inutilmente.
Vito fu condotto davanti i tribunali di Valeriano, e fu accusato di essere Cristiano; egli infatti non adorò gli idoli pagani, ma confermò pubblicamente la sua professione di fede in Gesù Cristi morto e risorto. Il suo intento era quello di far conoscere al popolo il Vangelo che salva.
Dopo ciò fu perseguitato, catturato e torturato con vari martirii: fu flaggellato da Valeriano, fu immerso in una caldaia di piombo fuso, fu gettato in una fossa di cani idrofobi, uscendone illeso.
Morì quando Lui e i suoi compagni martiri, Modesto e Crescenza, furono sottoposti alla terribile tortura della "catasta" che cosiste nel legare mani, piedi e testa, tirando le corde fino allo slogamento delle ossa. Era il 15 giugno del 304 quando ne diedero la loro estrema testimonianza.
In Sicilia San Vito è rappresentato come un giovinetto in toga praetexta con due cani al guinzaglio, simbolo del male e di ciò che è doloroso, con una croce e il vangelo tra le mani.
La festa di San Vito a Ciminna risale alla prima domenica di settembre del 1672, giorno della traslazione delle reliquie di San Vito patrono e dei compagni di martirio Modesto e Crescenza. Anticamente per tale occasione veniva organizzato un mercato locale che durava quindici giorni circa, per la vendita di bestiame, tessuti, oggetti preziosi, indumenti, oggetti per la casa e stumenti per la campagna; era l'occasione giusta per pagare i conti accumulati durante l'anno e rimandati a tale occasione. Questo mercato cessò di esistere attorno al 1870.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ancora oggi si quando uno compra una cosa a "crirenza" si dice Appena scinninu a santu vitu tu pau...

A. Anzelmo ha detto...

Una precisazione. La festa di san Vito si Celebrava il 15 giugno almeno fin dai primi anni del Seicento. La chiesa esisteva già nel primo Cinquecento e la statua risale a quell'epoca. Già sul principo del1672 don Francesco Gigante si era interessato per avere in dono le Reliquie affinché fossero a Ciminna entro Giugno ma quell'anno, già a marzo, la carestia faceva vittime ed iniziavano le prime rivolte popolari. A Ciminna temendo la rivolta fu rinviata sine die anche la festa del Crocifisso. Passata l'estate e avutosi un discreto raccolto, il 4 settembre mattina si celebrò l'ingresso e la donazione al Popolo e al Clero di Ciminna delle Reliquie; il pomeriggio si celebrò la festa del Crocifisso. Poichè l'anno indizionale (periodo quindicennale al cui termine annuale scadevano o si rinnovavano i contratti) scadeva a fine agosto ed è uso che la statua fosse scesa in paese l'ultima domenica di agosto invalse l'usanza di far coincidere le due cose ed a Ciminna si dice "sta scinnennu Chiddu cu libru" come se il santo più che il Vangelo recasse il libro dei conti...