di Vito Piscitello
Vito nasce nel 289 d.C. a Mazzara del Vallo da Ila, pagano di nobile stirpe, e da Bianca, matrona cristiana.
Pochi giorni dopo la sua nascità la madre morì e venne affidato alla nutrice Crescenza, donna cristiana di piene virtù. Ancora in tenerà età fu educato da Modesto, maestro nobile e valente di cristiani sentimenti.
Divenuto adolescente fece gradi progressi nella coscienza e nella pratica della vita cristiana e fu battezzato.
Ila venuto a conoscenza della fede del figlio, usò tutti i mezzi per riportarlo all'idolatria pagana, ma inutilmente.
Vito fu condotto davanti i tribunali di Valeriano, e fu accusato di essere Cristiano; egli infatti non adorò gli idoli pagani, ma confermò pubblicamente la sua professione di fede in Gesù Cristi morto e risorto. Il suo intento era quello di far conoscere al popolo il Vangelo che salva.
Dopo ciò fu perseguitato, catturato e torturato con vari martirii: fu flaggellato da Valeriano, fu immerso in una caldaia di piombo fuso, fu gettato in una fossa di cani idrofobi, uscendone illeso.
Morì quando Lui e i suoi compagni martiri, Modesto e Crescenza, furono sottoposti alla terribile tortura della "catasta" che cosiste nel legare mani, piedi e testa, tirando le corde fino allo slogamento delle ossa. Era il 15 giugno del 304 quando ne diedero la loro estrema testimonianza.
In Sicilia San Vito è rappresentato come un giovinetto in toga praetexta con due cani al guinzaglio, simbolo del male e di ciò che è doloroso, con una croce e il vangelo tra le mani.
La festa di San Vito a Ciminna risale alla prima domenica di settembre del 1672, giorno della traslazione delle reliquie di San Vito patrono e dei compagni di martirio Modesto e Crescenza. Anticamente per tale occasione veniva organizzato un mercato locale che durava quindici giorni circa, per la vendita di bestiame, tessuti, oggetti preziosi, indumenti, oggetti per la casa e stumenti per la campagna; era l'occasione giusta per pagare i conti accumulati durante l'anno e rimandati a tale occasione. Questo mercato cessò di esistere attorno al 1870.
2 commenti:
Ancora oggi si quando uno compra una cosa a "crirenza" si dice Appena scinninu a santu vitu tu pau...
Una precisazione. La festa di san Vito si Celebrava il 15 giugno almeno fin dai primi anni del Seicento. La chiesa esisteva già nel primo Cinquecento e la statua risale a quell'epoca. Già sul principo del1672 don Francesco Gigante si era interessato per avere in dono le Reliquie affinché fossero a Ciminna entro Giugno ma quell'anno, già a marzo, la carestia faceva vittime ed iniziavano le prime rivolte popolari. A Ciminna temendo la rivolta fu rinviata sine die anche la festa del Crocifisso. Passata l'estate e avutosi un discreto raccolto, il 4 settembre mattina si celebrò l'ingresso e la donazione al Popolo e al Clero di Ciminna delle Reliquie; il pomeriggio si celebrò la festa del Crocifisso. Poichè l'anno indizionale (periodo quindicennale al cui termine annuale scadevano o si rinnovavano i contratti) scadeva a fine agosto ed è uso che la statua fosse scesa in paese l'ultima domenica di agosto invalse l'usanza di far coincidere le due cose ed a Ciminna si dice "sta scinnennu Chiddu cu libru" come se il santo più che il Vangelo recasse il libro dei conti...
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