Condivido tutto. Ok! Ciò che mi fa girare i cabbasisi come direbbe il Montalbano di Camilleri è il fatto che continuiamo a vedere con gli occhi di uno stupido inutile dannoso sogno. Come gran parte degli Italiani e i Ciminnesi in particolar modo, è come se vivessimo in un'altra dimensione. Rielaboriamo oniricamente la nostra identità mentre i segni materiali di ciò che può legarci alla realtà vanno a farsi fottere... Ciò che ha fatto Sergio è un po' credo, ispirato alla trasposizione che ne ha fatto Tornatore in Baharìa. Non so se per il regista sia stato un occasionale e del tutto non intenzionale divertissement. La mia ipotesi è che l'animo e l'occhio educato al bello di "Peppuccio" possa aver intuito lo sfacelo pisico-morale di questa nostra (ciminnese) comunità. Mentre noi, per inerzia, continuiamo a vedere la chiesetta di San Vito, San Giovanni, la Matrice, Paolo Amato, Vincenzo Amato e tutto ciò che dovrebbe essere pane quotidiano della nostra identità storica con gli occhi stralunati del sogno e finirà che questo non ci sarà più e noi avremo l'illusione che esista ancora... Tutto va in malora. "Qui si campa d'aria!"
Bella in se l'ultima di La Russa "Decanta che ti passa!"
E qui? "Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur"
5 commenti:
Pittoricamente quasi giorgionesca;
contenutisticamente ambigua, forse, in ogni caso suggestiva.
Bella comunque!
Bravo Sergio bella idea!!
Ottima tecnica di editing fotografico. Risultato eccellente.
Colori stupendi,significativa l'atmosfera di declino e la luce quasi crepuscolare all'orizzonte, il ragazzino con la bandiera mi racconta molto!
Bello,bellissimo veramente,oramai il simbolo che
ci identifica è il santuario di San Vito in tutte le salse.
Condivido tutto. Ok!
Ciò che mi fa girare i cabbasisi come direbbe il Montalbano di Camilleri è il fatto che continuiamo a vedere con gli occhi di uno stupido inutile dannoso sogno.
Come gran parte degli Italiani e i Ciminnesi in particolar modo, è come se vivessimo in un'altra dimensione. Rielaboriamo oniricamente la nostra identità mentre i segni materiali di ciò che può legarci alla realtà vanno a farsi fottere...
Ciò che ha fatto Sergio è un po' credo, ispirato alla trasposizione che ne ha fatto Tornatore in Baharìa. Non so se per il regista sia stato un occasionale e del tutto non intenzionale divertissement. La mia ipotesi è che l'animo e l'occhio educato al bello di "Peppuccio" possa aver intuito lo sfacelo pisico-morale di questa nostra (ciminnese) comunità.
Mentre noi, per inerzia, continuiamo a vedere la chiesetta di San Vito, San Giovanni, la Matrice, Paolo Amato, Vincenzo Amato e tutto ciò che dovrebbe essere pane quotidiano della nostra identità storica con gli occhi stralunati del sogno e finirà che questo non ci sarà più e noi avremo l'illusione che esista ancora... Tutto va in malora.
"Qui si campa d'aria!"
Bella in se l'ultima di La Russa
"Decanta che ti passa!"
E qui?
"Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur"
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