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venerdì 24 dicembre 2010

Le Novene di Natale

di Vito Lazzara
novena alla Madonna Bianca
Anche la festa del Natale, come quella dell’Immacolata, è preceduta da una novena. Questa comincia il giorno dopo la conclusione dell’Ottavario dell’Immacolata: il 16 dicembre. Due sono le modalità di celebrazione di questa novena: in chiesa e per strada davanti i chisuleddi, le cappelle.
Per quanto riguarda la novena celebrata in chiesa le modalità di esecuzione di questa pratica devozionale un tempo erano diverse rispetto a quelle attuali. Innanzitutto le Novene venivano celebrate in varie chiese: Matrice, San Francesco d’Assisi, San Giuseppe, San Domenico, Carmine, San Giovanni, tuttavia gli orari in cui esse venivano eseguite variavano da chiesa a chiesa, per cui nelle prime quattro e cioè Matrice, San Francesco d’Assisi, San Giuseppe, San Domenico si celebravano la mattina verso le 8,00, al Carmine la mattina verso le 6,00, mentre a San Giovanni veniva eseguita nel pomeriggio verso le 18,00. Oggi sopravvive solo la celebrazione nella chiesa di San Giovanni.
La scaletta di esecuzione dei canti era molto simile per tutte le chiese. Si iniziava col Rosario, seguiva la Salve Regina, quindi il Viaggiu e la Litania, a conclusione della Messa veniva eseguito immancabilmente Evviva Maria (vedi appendice). San Giovanni era l’unica chiesa in cui non veniva cantato U viaggiu ma veniva eseguita la Novena liturgica in lingua latina. Essendo liturgia del Natale, ogni canto possedeva un proprio repertorio musicale, con motivi tipicamente natalizi. La Salve Regina aveva un testo anch’esso legato ai ritmi del periodo.
Novena all'Addolorata
Il Viaggiu è quello di Binirittu Anuleru, presente in altre parti della Sicilia. Il Viaggiu consta di una introduzioni, di novi iorna ognuno di nove strofe, mentre l’ultimo iornu (corrispondente al 24 dicembre) consta di tredici strofe. Di esso ne viene eseguito un iornu alla volta partendo dal primo e preceduto dalla introduzioni.
Le melodie della Litania erano svariatissime ma purtroppo sono cadute nell’oblio, sono quelle ricordate meno dai miei informatori, la causa di ciò è da ricercare nel fatto che esse venivano eseguite per pochi giorni all’anno mentre le altre melodie erano perlopiù riproposte per altre festività mariane. Nella traccia, come abbiamo visto, non mancava l’ Evviva Maria che riprendeva il medesimo motivo della Salve Regina; le strofe di questo canto erano in numero di nove e differenti ogni sera. Seguivano alcune canzonette natalizie che venivano eseguite durante la celebrazione eucaristica sia al di fuori di esse. Mi e stato riferito che in qualche chiesa, come quella di San Domenico, venivano innalzati canti a Gesù Bambino anche dopo Natale, sino all’Epifania e, a volte, anche per tutto il mese di gennaio.
Oggi, questa realtà è del tutto mutata; come dicevo sopra, le novene nelle diverse chiese sono scomparse, e resiste solamente quella nella chiesa di San Giovanni. In questo luogo la novena consiste nel canto della Salve Regina, a cui segue, come accennavo sopra, la novena liturgica; quest’ultima oggi non viene più celebrata in latino ma in lingua italiana. Alla novena liturgica segue la celebrazione della Messa e il canto finale Evviva Maria.
Libro Novena
L’altra modalità di celebrazione della novena è, come ricordavo sopra, nelle cappelle sparse per il paese. Qui ogni sera, ad un orario stabilito, confluiscono un cantore con diversi elementi della banda che con i con i loro strumenti a fiato eseguono la novena. L’ordine di esecuzione dei canti è il seguente: Salve Regina, Viaggiu, la Litania ed Evviva Maria. La Salve Regina, il Viaggiu e l’ Evviva Maria ha i medesimi testi e la stessa melodia di quelli eseguiti in chiesa; mentre, la Litania anticamente aveva diversi motivi di cui oggi se ne ha scarso ricordo. La cantata è conclusa da un pezzo che i “musicanti” chiamano Ballabili e che serve un po’ a congedare i convenuti; tuttavia essa è considerata una cosa a se stante, una cosa diversa dalla novena vera e propria. Il cantore della novena oggi è Lo Sciuto Giosafat, meglio conosciuto come Gesuzzu. Egli ha ereditato questa arte da Peppi Loritu, possiede infatti alcuni testi del “maestro”.  L’attuale cantore, però, fa un po’ di confusione; nel canto della Litania, ad esempio, storpia le parole; mentre sconosce l’ Evviva Maria che sostituisce con le ultime strofe della Salve Regina. Il gruppo di suonatori, compreso il cantore, svolgono tale attività sotto compenso di una cifra in denaro, può, inoltre, capitare che durante la novena venga offerto loro qualcosa da bere: un tempo vino oggi anche acqua e coca cola. L’ultima sera, oltre ai suonatori abituali, può intervenire qualche suonatore di strumenti a percussione come la gran cassa o i piatti. Grazie alla loro partecipazione è possibile, quella sera, eseguire qualche pezzo in più. In prossimità delle cappelle il 24 dicembre vengono allestite delle vampe che sprigionano le loro fiamme durante la novena.

A Novena ri Natali
dal canale you tube
di Agorà Ciminna

Salvatore Notte -musicante-

novena a Sant'Andrea "santa niria"

Gesuzzu -cantore-

particolare clarinetto

Michele La Susa e Salvatore Monastero -musicanti-
novena a Santa Croce

6 commenti:

Turista natalizio ha detto...

Novena alla Madonna Bianca: ma che fine hanno fatto le palme?

A. Anzelmo ha detto...

Le celebrazini in onore di Gesù Bambino continuavano anche dopo Natale poichè si celebrava l'evento della Circoncisone ed imposizione del Nome di Gesù. A Ciminna non solo esisteva l'omonima Compagnia in S. Domenico (c'è ancora la Cappella con un quadro -che per errore materale il Meli attribuisce a M. Di Bella- e le Catacombe) ma il culto è testimoniato dall'altare del SS. Nome di Gesù un tempo alla Matrice (resta il quadro dell'Esaltazione del SS. Nome di Gesù attribuito al Novelli che ornava l'altare anticamente nella 1 capp a sin. appartenuto alla fam Aurofino) e resta ancora l'altare, fondato nel tardo 700 presso la chiesa del Carmine dove sta il bellissimo simulacro sicuramente di mano del Quattrocchi. Si celebravano anche processioni a S. Domenico e al Carmine. Esistono ancora le vare. Quella seicentesca di San Domenico è custodita presso il Museo Civico.

V. Lazzara ha detto...

Sì, infatti ho scritto che nella chiesa di San Domenico canti e preghiere in onore del Bambino continuavano anche dopo Natale e addirittura per tutto il mese di gennaio..non sapevo del Carmine..un'occasione per indagare..grazie!!!
Volevo chiederle, ma come mai nel nostro paese non abbiamo la minima presenza dell'ordina di Sant'Ignazio di Loyola nonostante tutti questi altari, compagnie, chiese dedicate al Redentore, o al SS. Nome di Gesù? Tutto questo non dovrebbe essere strettamente correlato a loro?

A. Anzelmo ha detto...

Sicuramente l'eco ignaziana nel culto al SS Nome di Gesù è palese.
Nel piccolo pezzo sulla storia della musica a Ciminna -pubblicato su questo spazio-, facevo il nome di Ottavio Lombardo fondatore del Noviziato dei Gesuiti a Palermo. Questo benemerito signore ebbe una figlia sposata a Ciminna, dove probabilmente venne a morte, acquisto il patronato di una cappella in San Francesco d'Assisi e vi fondò nel 1560 una cappella dedicata al Nome di Gesù.
Nel secolo successivo, don Francesco Catania, medico autore di un trattato sulle purghe, finanziò la pubblicazione in Napoli di un libro sulla Vergine scritto da un gesuita. Questi, che fu padre dell'arciprete don Gabriele, rimasto vedovo abbracciò il sacerdozio e non è escluso che entrasse nella Società di Gesù in Palermo dove si trasferì. Don Francesco fece dono alla Matrice di una reliquia di S. M. Maddalena (1664) per questo gli fu concesso il patronato dell'altare del Crocifisso, cappella per la quale fece eseguire nel 1671, verosimilmente da don Francesco Gigante, la bella tela della Maddalena con l'Arcangelo.
Dal suo Repertorio sappiamo che don Santo Gigante ebbe rapporti di amicizia con diversi gesuiti che furono suoi ospiti.
Dallo stesso scritto sappiamo che non solo don Francesco Gigante quanto il cugino Vincenzo Di Bartolomeo poi farmacista, don Luca Monasterio (il medico fondatore della Raccomandata) e Vincenzo Gigante poi medico a Marineo studiarono presso i gesuiti a Palermo.
E' facile ipotizzare come la cospicua presenza di religiosi a Ciminna, il semplice fatto che quì una educazione di tipo secondario era garantita dai Domenicani e quella ginnasiale era assicurata per il 600 da diversi sacerdoti, tra i quali lo stesso Gigante, toglieva motivazioni ad un loro insediamento.

V. Lazzara ha detto...

Grazie della spiegazione..ma visto che siamo in argomento le vorrei chiedere un'altra cosa..ma forse indirettamente mi ha già risposto..Come mai dopo la soppressione a Ciminna non è rimasto nemmeno un ordine religioso..mentre nei paesi del circondario(Caccamo, Marineo) qualcuno è resistito??Penso che oggi la nostra comunità ne avrebbe ricavato grande giovamento della presenza di un ordine maschile!!

A Anzelmo ha detto...

Per la verità è rimasto solo il Collegio di Maria che era stato l'ultimo fondato agli inizi del '700. Bisognerebbe (anche per me sia chiaro!) andarsi a leggere le leggi sabaude in proposito e capire quali siano state le motivazioni che hanno consentito l'esonero per alcuni ordini