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martedì 17 luglio 2012

Alla scoperta delle nostre meravigliose montagne di cristallo

di Agorà Ciminna
Foto 08 Luglio 2012-
 Inghiottitoio di Ciminna
La passione che ci spinge ad occuparci di Ciminna, si trasforma spesso nella quotidiana ricerca di notizie che la riguardano pubblicate sul web. Ci siamo imbattuti in un piccolo Blog di Speleologi, si tratta del blog dell'Associazione A.N.S. Le Taddarite.
Gruppo che ha svolto diverse ispezioni nella nostra amata e trascurata Riserva Naturale Orientata delle Serre di Ciminna; nei loro diari di bordo si possono leggere le loro avventure tra inghiottitoi e le meraviglie di gesso. Ad affascinare la lettura le suggestive foto che vi riproponiamo.
Il lavoro svolto dall'associazione Le Taddarite, ci permette di poter vedere il nostro patrimonio territoriale, come non l'abbiamo mai visto perché inesplorato ai nostri occhi. 
Ecco a voi i tre diari con relative foto:
08 Luglio 2012- Inghiottitoio (delle zecche) di Ciminna
Ore 7:50, puntuale arriva Ceres con la jeeppina scappottata, passiamo a prendere Paolo e si parte! direzione Ciminna. Il viaggio procede bene, arrivati a Ciminna d’obbligo la pausa caffè e ci mettiamo in cerca della strada per la grotta. Dopo aver sbagliato un paio di volte Ceres decide di prendere il gps su cui ha salvato il punto e finalmente arriviamo senza problemi nei pressi dell’ingresso.

Cominciamo a cambiarci sotto il picco rovente del sole ma… che sono questi piccoli esseri che ci salgono di sopra? Zecche! Bastarde! Decine di zecche!
Velocemente ci cambiamo scrollandocele di dosso in continuazione e ci incamminiamo verso la grotta che per fortuna è vicina (santa la jeep).
Ceres comincia ad armare il primo ed unico pozzetto e dopo poco tempo siamo tutti e tre dentro e al fresco.
Procediamo in una galleria piena di karren che testimoniano un antico punto di entrata delle acque, facciamo qualche foto e torniamo indietro per andare nella parte più bella della grotta.
Dopo una larga galleria comincia lo spettacolo: enormi concrezioni di gesso di tutte le forme, tutte sbrilluccicanti, da restare senza fiato. Arriviamo alla fine della grotta dove ci attende una sorpresa “maleodorante” un topo morto in una pozza d’acqua diventata nera; non che non avessimo trovato altri cadaveri, la grotta è piena di scheletri di conigli, ma questo è veramente orribile!
Ci spostiamo un po’ e facciamo qualche foto ai mud cracks. Tornando indietro facciamo qualche foto alle concrezioni di gesso e scopriamo che paolo è un buon modello, gli manca solo la tuta! Tornati alla base del pozzetto mangiamo qualcosa e cominciamo a risalire. A me tocca la disarmata, niente male, un po’ scomoda ma va tutto liscio.
Fuori ci attende l’inferno, afa e zecche, sempre quelle maledette zecche. A Ceres tocca il record di numero di zecche, non si contano neanche.
Vedendo che è ancora presto decidiamo di andare a vedere un “pirtuso”, segnalatoci da Marco, che ci viene di passaggio. Ci armiamo solo di caschetto e entriamo io e Paolo. Ma questa è la giornata delle bestie! Ragni giganti! Ignorandoli continuiamo a procedere per una quindicina di metri, il passaggio si restringe… qui c’e un lavoretto per Nina! Torniamo fuori e dopo aver rinominato all’unanimità il pirtuso “Grotta dei Ragni” ci incamminiamo verso casa.
Per le 3 siamo a Palermo, giornata breve ma che ci lascia molto soddisfatti.

19 Febbraio 2012 - Inghiottitoio di Ciminna

Ebbene sì, mi ci è voluto un po’ di tempo a partorire questa relazione; e mentre la noia mi mangia viva su un volo diretto a Montreal, provo a ricordare cosa successe in quella lontana domenica a Ciminna (ndr. Tutti noi vorremmo essere mangiati vivi dalla noia su un volo diretto a Montreal !!!).
Marco si presenta puntualmente alle 8.30 (io e Nina, scioccamente, abbiamo entrambe  capito male l’orario dell’appuntamento, non c’è dubbio) e con Luisa già in macchina partiamo diretti verso Ciminna, riprendendo allegri discorsi a cui Mr V. è particolarmente interessato nell’ultimo periodo. Il sole ci accompagna lungo la strada, facendo diventare la super auto di Marco (più infangata del solito… anche all’interno) una piacevole serra. Ci illudiamo infatti che fuori la temperatura sia mite ma, dopo aver fatto una salita abbastanza impantanata (la macchinina e il suo prode pilota non deludono mai, nemmeno questa volta!) e aver provato senza troppa convinzione, almeno da parte nostra, a riparare la maniglia (mi pare) dello sportello, usciamo fuori a cambiarci. Mi stupisco che a terra non sia pieno di volatili morti, che invece cinguettano intorno a noi, incuranti del gelo. Il sacco trapano e Nina sono ormai una cosa sola, a me invece tocca l’unico sacco con le corde; arriviamo all’ingresso. Nina riesce a superare le titubanze iniziali con l’armo perché, a quanto pare, ci siamo dimenticati `qualcosina` in sede e, mentre lei ‘armeggia’ con le corde, io provo a trapanare la parete grazie alle indicazioni di Marco.
Dopo l’inghiottitoio - che mi farà sentire un’idiota nella risalita – Marco e Nina vanno ad esplorare un ramo sulla destra (resoconto affidato a Nina), invece Luisa – che mi farà da guida senza mostrare mai titubanze – ed io scendiamo giù. La grotta è molto concrezionata ed ha un bellissimo albero di Natale tanto che Mr V., quando ci ricongiungiamo per la pausa pranzo attorno a quel che resta di un coniglio, cerca di trovare il modo di valorizzare ancora di più questo capolavoro naturale.
Ci cimentiamo nel rilievo con pose alquanto bizzarre per trovare angoli e inclinazioni di punti che aveva preso Nina la volta precedente (e qui non commento)… Marco ci guarda ghignante, senza suggerirci ovviamente che avremmo potuto effettuare le misurazioni dal punto opposto rispetto a quello in cui ci siamo ‘divertite’ a fare le contorsioniste. Tra rilievi, esplorazioni infruttuose della Topa e resti di animaletti completiamo il rilievo, in modo più o meno attivo, e torniamo su.
Tocca a me disarmare e rompere il connubio Nina-trapano. Salgo perciò per ultima, senza che Marco mi dia particolari suggerimenti per facilitare il mio compito… anche se è la mia prima volta! Infatti il primo nodo da sciogliere ha la meglio su di me e, per evitare che resti incagliato da qualche parte come successe una volta alla mia cozza preferita (vedi che sei sempre nei miei pensieri?), me lo attacco all’imbrago in risalita. Nell’inghiottitoio mi stanco tantissimo perché non riesco a trovare la fessura giusta che mi consenta di muovermi in modo produttivo e finalmente, tra gli sghignazzi -tutti meritati- di Marco, ce la faccio e procedo malamente al resto del disarmo (va detto a mia discolpa che Mr V. mi metteva fretta! In grotta non bisogna prendere i propri tempi…?). Dunque, nonostante oggi le mie cognizioni spaziali siano piuttosto inesistenti senza che io sappia perché (probabilmente Fantozzi se la sarebbe cavata più dignitosamente di me), esco a rivedere le stelle… anche se è ancora giorno. Infangati e coccolati da un piacevole venticello artico, ci rivestiamo e ci mettiamo in viaggio verso casa. Inghiottitoio di Ciminna, per essere bello sei bello, ma non so se mi rivedrai molto presto!

6 gennaio 2012 - La Befana a Ciminna

Era un notte buia e tempestosa...
E' il giorno della Befana ma di befane non se ne vedranno... anzi!!!
Effettivamente la giornata del 5 gennaio non faceva presagire niente di buono e le previsioni sta volta risultano azzeccate.
Però... interrompiamo nottate in bianco, disfacimenti di alberi di natale e via in auto verso Ciminna e l’inghiottitoio omonimo. Siamo in tre, numero perfetto, numero giusto.
Siamo Luisa, Nina e io.
Il tragitto da Palermo è accompagnato dalla pioggia e poi a Baucina e Ciminna... grandine e nevischio. Poco male, in grotta ci sarà più caldo!
Percorriamo le strade di Ciminna, la attraversiamo, e iniziamo a percorrere le strade di periferie e poi di campagna, dove fiumiciattoli torbidi ci fanno sentire un pò dei salmoni in risalita.
l’ultimo pezzo di strada è una trazzera in salita e non asfaltata, e con uno strappo e la potenza del Defender, saliamo e siamo su, sullo spartiacque delle doline vicino la grotta.
Problema!!! come facciamo a uscire mentre fuori grandina di brutto? Ogni 3 minuti una sferzata di chicchi di grandine viene giù e l’effetto e il tamburellamento è anche simpatico dentro l’auto! Decidiamo allora di cambiarci a turno in auto, e di aspettare il momento buono per scappare verso l’ingresso. Indomiti!
L’attesa viene deliziata dalle supposizioni di Luisa e Nina che si sforzano di vedere attraverso i vetri appannati, dove può essere l’ingresso della grotta e da quale dolina si deve passare, visto che chiedendo informazioni hanno saputo che la grotta è a circa shfchtant... metri!
Finalmente dopo una mezz’oretta, il cielo si apre e un pò di calma ci permette di andare verso l’ingresso dell’Inghiottitoio di Ciminna.

Lì si proceder a sistemare l’armo infiggendo un fix nuovo, si discute un pò di corde, nodi, chiodi e armi, sempre inseguiti dalla ritornata grandine.
L’ingresso in grotta attraverso la frattura è sempre d’effetto. Le ragazze, mai state qui, scalpitano e vorrebbero correre da tutti i lati. Ci soffermiamo a vedere la zona dell’ingresso, che andrà rivista meglio, i karren ipogei, poi il salone, il canale di volta, la galleria, la sala, i cristalli di gesso, gli strati che sembrano scollarsi fra loro e dal tetto, e poi l’albero di natale, i cristalli, le altre concrezioni di gesso e via, flash e flash e tante foto.
Purtroppo manca qualcosa, un ingrediente speciale e le foto sono quelle che sono... capita ed è colpa mia!
Finite le foto continuiamo a documentare, fino a che le teste non si fermano e sappiamo che è il caso di mettere un punto e tornare a casa.
Luisa si offre per disarmare e allora via, Nina come un tappo di gazzosa vola, vorrebbe volare verso l’auto! Tristemente si accorge che il terreno nei pressi dell’ingresso è gelato e scivola continuamente... impiega più tempo a uscire che non a fare il pozzo su corda!
Aspetto Luisa e giustamente l’ultima corda, quella in esterno viene salutata dalla grandine che simpaticamente sembra averci aspettato. Denchiù veri macch!
Il percorso verso l’auto è breve, e si fa veloce a testa bassa, passando al lato dei compi seminati e con gli stivali rialzati dalle ben note zeppe di fango.
In auto c’è Nina che finisce di cambiarsi, Luisa sale dietro e io preferisco cambiarmi all’esterno, illudendomi che gli aghi sulla schiena siano una seduta terapica di agopuntura e non la gradine!
Resta l’ultimo passo... la discesa. Le ruote dell’auto infatti, sono piene di fango e la trazzera non è da meno. Al minimo tocco di freni l’auto va dove la porta il cuore, ovvero testa a vadduni!
marce ridotte, sterzo leggero e attento e le curve malefiche per scendere sono dietro di noi. Bravo Defender, ti sei comportato per quello che devi essere.
Il ritorno a casa è un dolce sbrinarsi all’aria calda dell’auto! almeno per chi è seduto davanti!


Foto 08 Luglio 2012-
 Inghiottitoio di Ciminna

Foto 08 Luglio 2012-
 Inghiottitoio di Ciminna
Foto 08 Luglio 2012-
 Inghiottitoio di Ciminna
Foto 08 Luglio 2012-
 Inghiottitoio di Ciminna

Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna
Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna


Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna

Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna

Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna

Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna

Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna

Foto 6 Gennaio 2012-
Inghiottitoio di Ciminna

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