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lunedì 4 ottobre 2010

Ciminna tra le sette opere d'arte sull'altare del Foro Italico

di Agorà Ciminna

Bendetto XVI a Palermo durante la Messa
Sette opere d'arte sull'altare allestito al foro italico per la Santa Messa e l'Angelus di Benedetto XVI in visita a Palermo.
Il trono di stile Rococò, restaurato per l'occasione, è custodito all'interno della Chiesa Madre di Ciminna. Realizzato nella seconda metà del XVIII secolo, era il seggio della chiesa di San Benedetto all'interno dell'abbazia benedettina di Ciminna.
Lo sfarzoso soglio unitamente ad altra suppellettile della chiesa benedettina, fu donato alla Matrice dall'arciprete Don Giuseppe Calcagno che aveva acquistato l'intero immobile per 3300 lire come bene proveniente dalle acquisizioni sabaude.
Dall'antico monastero,  prende il nome un quartiere di Ciminna tra il quartiere Castello e il quartiere Matrice chiamato appunto quartiere "Batia".
Sullo schienale è stato impresso il simbolo papale a ricordo della visita palermitana del 3 Ottobre 2010.


trono chiesa Madre di Ciminna S. M.Maddalena


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21 commenti:

Pippineddu ha detto...

Cari Compaesani, in questi giorni siamo stati allietati dalla presenza del Papa a Palermo e noi ciminnesi siamo stati ancora di più contenti perchè il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa al Foro Italico sedendosi sulla sedia della nostra Chiesa Madre. Non tutti sanno che dietro questa sedia ci sono luci ed ombre. Per cominciare,essa fino a non pochi anni fa era accompagnata da 4 sgabelli della stessa fattura scomparsi dopo il triste restauro della stessa. Si dice che questo restauro avvenne durante il periodo in cui era parroco Don Gino Lo Galbo, mi chiedo e chiedo a Don Gino è vero tutto ciò?? Che fine hanno fatto i quattro sgabelli di cui i due rimasti non sono nient'altro che delle riproduzioni. Ma siccome, di certo, Don Gino difficilmente verrà a conoscenza di questo commento, chiedo all'insegnante Saverio La Paglia che durante la sua permanenza al comune in qualità di vice sindaco, si è molto prodigato per conferirgli la cittadinanza onoraria, di potere fare pervenire questo mio dubbio o meglio queste voci al nostro èx Parroco e di chiarirci in merito...
Distinti saluti.

Anonimo ha detto...

e che dire del fatto che il Giornale di Sicilia, parlando della nostra sedia la dice già custodita nella chiesa madre di Ciminna? E adesso dove si troverebbe custodita?
Il Parroco può rassicurarci sul suo ritorno in sede?
Purtroppo fin dalla fine degli anni sessanta molte opere d'arte sono scomparse e non se ne è nemmeno denunciato l'accaduto.
Come sempre i Ciminniti mugugnano ma non denunciano. E poi dimentichiamo come se una tale statua e un tal quadro non fosseo mai esistiti.

Anonimo ha detto...

Che statua e quale quadro???

Anonimo ha detto...

Altari della Matrice e Cristo risorto? Furti a San Domenico: chi ne ha parlato? Oro dell'Addolorata e della Madonna del Soccorso: chi ne sa niente? Gli unici furti denunciati sono quelli di San Giovanni (lampadari e sedia)e di San Vito (cani e quadro).
Ti basterebbe una chiacchierata con qualche vecchio confrate e consultare gli inventari della Soprintendenza. Purtroppo anche chi scrive di queste cose si occupa delle grandi opere.
Adesso caro anonimo la memoria ti si rinfresca? Almeno questi ultimi dovresti ricordarli. Le mie non sono illazioni, ma è certo che non tutto è solo frutto di disgraziati eventi. Chi controlla quando ci sono cantieri nelle chiese?

Anonimo ha detto...

vogliamo parlare delle maioliche della matrice? le chiese di ciminna "avevano" un tesoro inestimabile.. purtroppo non essendoci un vero inventario ogni tanto scompare qualcosa.. poi se si parla di argenteria e ornamenti in oro le "perdite" aumentano in maneria spropositata..

ps. a san giovanni hanno rubato anche le colonnine e le statuette dell'altare.. A san domenico quando è successo il furto?

Anonimo ha detto...

per avere conoscenza così particolareggita e dettagliata degli oggetti che mancano, oggettivamente il postante ha o avuto un ruolo decisamente centrale ed una posizione tale da poter visualizzare, senza soluzioni di tempo e spazio, quanto è in argomento. Che sappia pure che fine hanno fatto???

Anonimo ha detto...

Caro anonimo dell 11:33.. darti del ridicolo è poco..
Per avere conoscenza anche dettagliata basta semplicemente partecipare alla vita parrocchiale.. e per una persona come me che sin da piccolissimo c'è stato non è difficile sapere cosa c'era, soprattutto in alcune chiese!!!

Poi se ti riferisci alle colonnine dell'altare e le statuette sono state le prime cose che il comitato ha fatto rifare, con tanto di annuncio pubblico del parroco di allora.. quindi come vedi non è difficile sapere le cose..

Pippineddu ha detto...

Fare solo un elenco di opere d’arte scomparse lascia il tempo che trova, sarebbe importante che si faccia chiarezza altrimenti rimane un mero elenco. Chiedo pertanto che chi sappia parli! Sono beni di tutti.
Chiedo inoltre che gli “storici” di Ciminna Giuseppe Cusmano e Arturo Anzelmo ci chiariscano le idee se in realtà la parrocchia era in possesso di ciò fino ad un recente passato.

Anonimo ha detto...

E' proprio questo che sospettavo caro il mio piccolo sacrestanino
Ne x caso qualche piccolo dono, qualche natale, qualche politico Democrastiano? Era epifanico che da piccolo frequentassi la chiesa. Il tuo profilo è di una chiarezza disarmante.

Pippineddu ha detto...

Scusatemi, ma non mi interessano i vostri insulti e la vostra polemica sterile, vi chiedo gentilmente di trasferirli in altro luogo..altrimenti il livello della discussione si abbassa notevolmente..vi ringrazio!!
Ps: a San Giovanni di recente sedia non ne è stata rubata, ti riferivi forse alla sedia del Carmine e di San Francesco di Paola... Io comunque chiedo di fare luce sui furti "bianchi" se così si possono chiamare, commessi non da ladri ma da persone vicine alle sacrestie...

Anonimo ha detto...

concordo con pippineddu infatti non rispondo più a quell'individuo, per la cronaca a san giovanni oltre a quello giá detto sono stati rubati "dai ladri" 2 candelieri grandi e 6 ninfe, di cui 4 sono state ritrovate..

Arturo Anzelmo ha detto...

Visto che mi si chiede aiuto dico che moltissime "assenze" sono documentabili e basta rileggersi il Graziano del 1911 e l'appendice alla Historia della miraculosa imagine... pubblicata dal Meli nel 1950. Di certo parlano di opere d'arte che oggi non si trovano più nelle nostre chiese. Per quanto è a mia conoscenza posso dire che fino al 1964 ad esempio esisteva il Crocifisso della chiesa di Sant'Antonio del quale parla il Meli; a quella data ho visto nella stessa chiesa, il fercolo di Santa Barbara con due putti che reggevano l'uno la torre e l'altro un serto di fiori, ed il grande quadro dei Santi Ippolito e Cassiano. Ricordo come durante la reggenza Scimeca (tra Calcagno e Lo Galbo)con un gruppo di ragazzi facemmo una bravata: complice per l'ospitalità a San Giuseppe il sac Bonadonna, prendemmo la statua di S. Barbara, già allora senza il fercolo, e, in pieno giorno, la portammo in paese. Successe il putiferio. Ci salvò il fatto che tra i "ladri" ci fosse un seminarista. A quella data non c'era più ne il Crocifisso ne il quadro. Per quanto al quadro dell'Anteparto alla Matrice (Graziano) G. Correnti da Termini, autore di una tesi sul pittore V. La Barbera, attesta di averlo visto nel 1967 smontato dal telaio e ridotto in stato tale da non poter esser fotografato. Ricordo che durante i lavori di consolidamento, alla Matrice erano ancor presenti le ante "in stile barocchetto" (Meli 1950) che chiudevano la cappella di San Michele Arcangelo alla Matrice.
Nel 1990 pubblicai uno studio su Ciminna ed in particolare sulla Matrice e poi, nel '98, sulla stessa chiesa, un catalogo/guida delle opere maggiori che possono essere di aiuto e di testimonianza.
Per quanto ad altre chiese ho esitato diversi studi ma, come dice uno dei postanti, mi sono occupato delle opere maggiori o di maggior pregio artistico ma i miei interessi pur occupandomi di opere ciminnesi sono ben altri.

PS. Siccome non possiedo adeguato titolo accademico, ringrazio ma invito il postante che mi appellato "storico" a non fregiarmi di altro titolo se non di quello di architetto o, tra paesani, del semplice signor se l'eta sua non gli consente di chiamarmi semplicemente Vito come fanno gli amici ed i miei coetanei. Grazie.

Pippineddu ha detto...

Caro Architetto, da lei c'è sempre molto da imparare per cui è sempre un piacere ascoltarla, ma avevo già sentito quanto da lei descritto in maniera così colorita...comunque..il mio giudizio di "storico" non voleva in nessun modo essere offensivo o lenire il suo titolo d'architetto, ma mi sembrava il modo più consono per far capire alle persone che stanno seguendo questa discussione che lei e il geometra Cusmano, in materia siete le persone più competenti nel nostro paese...mi dispiace se l'ho offesa e me ne scuso!!!
Di molte opere ci può essere l’assenza perché il tempo ne ha distrutto ciò che rimaneva, altre sono state derubate da ladri di professione, ma altre, e queste interessano in questo momento, sono quelle vendute e quelle che fanno bella mostra nelle casa o nelle casse di nostri paesani o persone che sono passate da Ciminna. Mi preme al momento riportare l’attenzione ai sgabelli della sedia della chiesa Madre, dalla quale era partita la nostra discussione e dei quali sembra che nessuno ne voglia parlare.
Non è mia abitudine parlare di persone non presenti o meglio mettere in ballo persone che nel nostro caso sono scomparse già da qualche anno e per cui non possono difendersi ne tanto meno possono dare spiegazioni(vedi l'arciprete Calcagno, padre Scimeca e padre Bonadonna) desidero invece che a parlare siano persone ancora in vita, che sanno qualcosa, che hanno commesso qualcosa, che sono complici di qualcosa...per permettere che frutto della nostra indagine sia non solo dare onore alla verità alla quale penso che ogni ciminnese abbia diritto ma farsì che almeno qualche opera d'arte "minore" possa fare ritorno al suo naturale ambiente!!!

Arturo Anzelmo ha detto...

Nessuna offesa caro Pippineddu, ma ad ognuno il suo ruolo e le sue competenze. Che in un piccolo paese come il nostro ci sia bisogno di arricchire la memoria collettiva, non significa che chi dà un piccolo contributo possa fregiarsi di un titolo che non possiede.
Spero solo che in tanti anni in cui ho messo a disposizione dei miei compaesani il frutto delle mie curiosità su Ciminna, abbia saputo dare delle corrette informazioni.

Angelo ha detto...

Evidentemente il commenti di Pippineddo ha destato interesse e curiosità. Mi chiedo se adesso esiste un inventario che raccoglie tutte le opere rimaste.
Inoltre mi complimento per la creazione di qst spazio e mi auguro che in futuro venga utilizzato maggiormente e in maniera più costruttiva da parte delle comunità ciminnese.

A. Anzelmo ha detto...

Se non sono state trafugate anche le schede redatte dalla Soprintendenza fin dagli anni 60 e poi aggiornate verso il 1984 il 99% del patrimonio artistico propriamente detto,le suppellettili ed i paramenti esistono inventari

Pippineddu ha detto...

“Corrette informazioni” queste vado cercando, queste penso che desiderino anche una minima parte di ciminnesi. Il mio non vuole essere una campagna diffamatoria contro qualcuno ma un modo per conoscere e eventualmente trovare delle soluzioni. Voglio, in poche parole, trovare dei modi per riportare possibilmente queste opere d’arte fra di noi: chi è a conoscenza della loro vendita fare pervenire delle informazioni capaci di poter risalire alle opere, mentre chi le possiede nelle proprie case farle pervenire di nuovo alla parrocchia: cosa, direi, molto più semplice!!!
Considerato che molte opere, a quanto si dice nelle case dei ciminnesi, sono scomparse durante il lasso di tempo in cui era parroco don Gino, ribadisco ancora una volta il suo aiuto nella ricerca di queste opere d’arte.
Gli sgabelli della sedia della Matrice sono stati l’imput che mi hanno fatto sorgere la curiosità su molte altre oggetti come per esempio la tovaglia dell’altare maggiore della Matrice costata la sospensione dell’attività di sacrestano a Michele Gattuso (meglio conosciuto come Mastru Micheli Lilla), accusato da don Gino, a quanto si dice, di esserne stato l’autore del furto. Oppure del Crocifisso in argento della Matrice, rifatto pochi anni dopo e del quale ne venne accusato il figlio del sagrestano Gattuso e che in realtà scomparve per altri motivi poco chiari. E tanto altro…fra cui ori citati sopra da qualche postante.
Avevamo affidato all’insegnante La Paglia la missione di fare pervenire a don Gino le nostre richieste…qualcuno può fargli sapere queste nostre curiosità.
Ribadisco che il mio non vuole essere un semplice cortile ma l’opportunità di fare luce su una pagina abbastanza buia della nostra storia ciminnese e un’opportunità per cercare delle soluzioni.

Arturo Anzelmo ha detto...

A Pippineddu
Questa della tovaglia mi trova del tutto impreparato.
Si tratterebbe per caso della tovaglia in filet d'oro con disegni a coda di pavone(proveniente dall'Abbazia) che cito nel mio "Omaggio alla Matrice di Ciminna" del 1998? In effetti non l'ho più vista ma in tempi più recenti.
Questa tovaglia la volle Visconti sull'altare per girare lascena del Te Deum. Poi apprezzandone la bellezza la volli anchio sull'altare maggiore sotto l'Eterno, nel giorno delle mie nozze (era il 1985 parroco don Gino sagrista Pietro Masi e a quell'epoca i Gattuso non erano più a Ciminna).

Anonimo ha detto...

Ai vari postanti chiedo:
E dei lacunari del controssoffito? Mi sapreste dire gli antiquari che se ne fanno? possono rintracciarsi almeno in parte?

Anonimo ha detto...

L'architetto Anzelmo,nel 90 dice che nel 1975 certi "organi" amministrarono in malo modo la ristrutturazione della chiesa madre, e che poi quando la volonta popolare prevalse per la riapertura del tempio, scaricarono la responsabilita su don Gino Lo Galbo, di aver mortificato e venduto molte opere d'arte. Dai vecchi del quartiere ho sempre sentito dire: altari laterali, 8 confessionili, candelieri, un coro proveniente dall'Abbazia ed altro per un totale di 2 camion pieni venduti da don Gino. AL di la delle responsabilita e dei colpevoli ( non sto accusando nessuno o insinuando qualcosa) e possibile oggi nel 2010 recuperare qualcosa? E vero che la tela del La Barbera si trova al museo di Termini?

A. Anzelmo ha detto...

PRECISAZIONI
La tela del La Barbera che si trova a termini non proviene dalla Matrice ma da San Francesco. Requisiti i beni ecclesiastici chiesa e conventocompresi beni mobili pasarono al Comune. In quel torno di tempo si stava costituendo il Museo di Termini e fu così che, con la scusa che la tela del Crocifisso con la Madalena siglata VBP (Vincentius Barbera Pinxit)era maltenuta fu trasferita a Termini Alla Matrice c'era la tela dell'Anteparto di M.V. custodita nell'antica omonima cappella dei Tantillo (oggi dedicata a S. Andrea).