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martedì 17 aprile 2012

Cinque arresti nel mandamento di Misilmeri, crocevia tra mafia, politica, e appalti Coinres

da Bagheria New
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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno dato esecuzione ad un provvedimento di “Ordinanza di Custodia Cautelare” in carcere, emesso dal G.I.P. di Palermo su richiesta della locale D.D.A. (indagini coordinate dal Proc. Agg. DE FRANCISCI Ignazio e dai Sostituti Procuratori Lia SAVA, Antonino DI MATTEO, Marzia SABELLA e Calogero FERRARA), nei confronti di:
. LO GERFO Francesco, Misilmeri 06/10/1961;
. FALLETTA Mariano, Misilmeri 04/03/1958;
. MESSICATI VITALE Antonino, Palermo 18/04/1972 (di fatto latitante);
. POLIZZI Stefano, Palermo 16/04/1955;
. GANCI Vincenzo, Palermo 30/09/1966.
Tutti ritenuti appartenenti a “Cosa Nostra” ed accusati di “associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni”.
I destinatari del provvedimento sono vertici ed affiliati a “Cosa Nostra” del Mandamento mafioso di “MISILMERI”.
Contestualmente all’esecuzione, si è provveduto a:
- notificare un’informazione di garanzia, per i medesimi titoli di reato, a carico dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale di Misilmeri, CIMO’ Giuseppe (Palermo, 09/05/1964), il quale avrebbe agevolato la locale consorteria mafiosa nell’aggiudicazione di alcuni appalti;
- eseguire una serie di perquisizioni domiciliari nei confronti di altri indagati.
GANCI Vincenzo, uno dei destinatari del provvedimento, è attualmente candidato al Consiglio Comunale di Palermo nella lista civica “Amo Palermo”, di area politica riferibile al P.I.D., in sostegno al candidato sindaco CARONIA Marianna (nel corso delle indagini, quale consigliere di circoscrizione di Palermo in atto, ha eseguito la mediazione tra il Capo mandamento di Misilmeri e l’attuale Presidente del Consiglio comunale sempre di Misilmeri sopraccitato).
La Procura di Palermo provvederà a dare comunicazione di ogni notizia utile agli uffici competenti al fine di valutare la sussistenza dei presupposti per lo scioglimento degli organi elettivi dell’amministrazione comunale di Misilmeri.
2. Nello scenario che è emerso dalle attività della Procura della Repubblica e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Palermo:
- veniva ampiamente dimostrata la capacità pervasiva della cosca riconducibile al LO GERFO nell’amministrazione comunale di Misilmeri. In tal senso, infatti, il mandamento condizionava gli assetti politici dell’amministrazione comunale, agevolando l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale e di altri consiglieri.
- tra le attività economiche direttamente riconducibili al mandamento di Misilmeri, si contestualizzavano gli interessi illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti acclarati dalla massiccia penetrazione mafiosa all’interno del COINRES (consorzio per la raccolta dei rifiuti tra 22 Comuni dell’ATO 4) e delle amministrazioni comunali interne al consorzio, che hanno consentito di far guadagnare al LO GERFO ingenti somme di denaro attraverso un’impresa direttamente riconducibile allo stesso LO GERFO e fittiziamente intestata a terzi, che è stato sottoposta a sequestro.
3. Gli esiti delle investigazioni – sviluppate attraverso un’imprescindibile attività tecnica di intercettazione video e audio, puntualmente riscontrata anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra i quali Stefano LO VERSO– hanno dimostrato:
a. che in seguito all’arresto di SPERA Antonino[1] nel corso dell’indagine Perseo, la reggenza del mandamento di Misilmeri veniva formalmente assunta da LO GERFO Francesco[2]. Contestualmente, veniva monitorato il transito della famiglia mafiosa di Villabate all’interno del medesimo mandamento. Il passaggio sotto l’egida di Misilmeri, dopo numerosi anni di permanenza all’interno del mandamento di Bagheria, è di straordinario valore investigativo in quanto consente di cristallizzare un profondo mutamento degli assetti territoriali mafiosi della parte orientale della provincia palermitana facendo registrare un evocativo ritorno agli assetti storici di Cosa Nostra;
b. che il LO GERFO Francesco, quale “reggente”, si è fatto carico di numerose attività tipiche dell’associazione mafiosa, gestendo sia le imposizioni estorsive sia, ad esempio, il controllo sistematico delle apparati elettronici da gioco installati negli esercizi commerciali del proprio territorio;
c. che il LO GERFO Francesco, attraverso evidenti cointeressenze con soggetti vicini e da lui manovrabili, esplicava il proprio ruolo mafioso affinché quest’ultimi ricoprissero ruoli istituzionali nevralgici come quello di Presidente e Vice Presidente del Consiglio Comunale, riuscendo ad esercitare, con l’indispensabile ausilio di GANCI Vincenzo, il controllo sul Comune di Misilmeri e, dunque, a piegare l’amministrazione comunale agli interessi della consorteria mafiosa;
d. tra gli interessi economici di Cosa Nostra, sono compresi quelli della ditta FALLETTA (fittiziamente intestata aFALLETTA Mariano ma riconducibile al LO GERFO), operante nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani, attraverso la quale lo stesso LO GERFO ha garantito e distribuito posti di lavoro presso il COINRES (Consorzio Intercomunale Rifiuti Energia Servizi, un consorzio costituito tra la Provincia regionale di Palermo e diversi comuni dell’Ato 4, Ambito Territoriale Ottimale Palermo 4) e acquisendo commesse dal Comune di Misilmeri. In tal senso, quindi, riuscendo ad ottenere sia un ritorno economico illecito sia la possibilità di esercitare uno stringente controllo del territorio;
e. che la famiglia mafiosa di Villabate è attualmente retta da Antonino MESSICATI VITALE, già condannato per 416 bis, il quale, sotto la direzione del LO GERFO, si occupa prevalentemente delle messe a posto nel territorio di propria competenza curandone, non solo la prodromica attività di intimidazione e successiva riscossione, ma effettuando il necessario coordinamento con il limitrofo mandamento di Bagheria. In tale contesto veniva ricostruita un’estorsione realizzata dal MESSICATI VITALE in danno della sala ricevimenti “Villa Fabiana” contestualizzando, in diverse occasioni, la consegna del pizzo tra il titolare e lo stesso indagato;
f. che la famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno, decimata dagli arresti e dalle condanne del procedimento cd. Perseo, ha nell’indagato BARRALE Salvatore uno dei principali punti di riferimento per il mantenimento delle famiglie di detenuti e per tutte le necessità dei sodali;
g. che la famiglia mafiosa di Bolognetta ha uno dei principali referenti in POLIZZI Stefano il quale, in stretti rapporti con LO GERFO Francesco, ha posto in essere alcune richieste estorsive riferibili alle dinamiche di Cosa Nostra;
h. le cointeressenze della consorteria di Misilmeri con i mandamenti mafiosi di “BAGHERIA”, “PORTA NUOVA”, “PAGLIARELLI”, “BRANCACCIO”, “TOMMASO NATALE”.
1 Nato a Belmonte Mezzagno (PA) il 27/09/1963
2 Nato a Misilmeri (PA) il 30/09/1966

Fonte Ufficio Provinciale Stampa dei Carabinieri

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