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giovedì 5 aprile 2012

Il triduo pasquale a Ciminna

da ciminnaonline
Il triduo pasquale che racchiude i grandi misteri della settimana Santa a Ciminna, ha inizio il mercoledì precedente la Domenica delle Palme.
La ridente località dell’entroterra palermitano, territorio copioso di feudi, vive un’atmosfera particolare, sono i giovani del paese ad impegnarsi a organizzare i riti pasquali.
Riunendosi il pomeriggio nella chiesa Madre, i giovani e i ragazzi portano, richiamati dal suono delle campane, ramoscelli d’ulivo che hanno raccolto nelle loro terre, e assisteranno alla funzione della “trasuta dell’uliva”, rito che richiama il momento in cui Gesù si recò nell’orto di Getsemani prima di essere catturato.
I ramoscelli d’ulivo, la Domenica delle Palme saranno benedetti, i giovani che si erano recati in cattedrale per assistere alla funzione, riporteranno i ramoscelli presso le proprie case e li saranno collocati dietro l’ingresso principale per augurare pace a quella casa, qualche altro sarà condotto nelle campagne come auspicio per una buona annata.
Il Giovedì Santo, raccolti nella chiesa Madre i paesani assistono alle celebrazioni più importante che la liturgia cristiana richiama in questo giorno, convengono per glorificare il precetto pasquale, le confraternite che all’occasione indossano i loro abitini, vengono “legate” le campane che a sua volta saranno sciolte al momento della Resurrezione con la tradizionale “calata da tila”.
A sera seguono la tradizionale visita dei “Sepolcri”a cui hanno partecipato per l’allestimento le donne del paese con la preparazione dei “lavureddi”.
Il momento più espressivo è il giorno in cui nostro Signore muore e i cittadini di Ciminna hanno da secoli dedicato a questo momento una particolare attenzione.
E’ nel Venerdì Santo che i Ciminnesi con la costruzione d’alcuni fercoli processionali hanno voluto trasmettere quel profondo sentimento devozionale.
Le sacre rappresentazioni figurate o processione dei misteri, un gruppo ligneo di statue che rappresentano alcuni momenti salienti delle ultime ore che Gesù impressionò prima di raggiungere il Calvario.
Di buon mattino quasi all’alba, un uomo fornito di “troccula” attraversa le vie del paese, ad indicare che Gesù sta per essere tradotto all’ultimo supplizio, durante la mattinata altri uomini si dividono per le strade ripetendo lo stesso giro a suon delle battole (troccula), poi si ode uno squillo di tromba e tre colpi di tamburo, dopodiché le battole riprendono a suonare.

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