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venerdì 6 aprile 2012

L'ultimo dei tradimenti parte terza

da Innovazione "Comune"
Vergogna, vergogna e ancora vergogna, cosi si esprimeva il segretario cittadino dell'UDC, il 16 dicembre 2011, nei confronti del sindaco. La pubblicazione, contenuta nel blog di agora ciminna, racconta nei particolari, il pensiero che il segretario cittadino dell'UDC, "AVEVA" del nostro Sindaco a proposito della questione del vecchio plesso scolastico. Per la verità quella lettera era l'ultima di una lunga serie, in cui l'UDC esprimeva opinioni sul Sindaco definendolo sistematicamente, un incapace. Certo che di acqua sotto i ponti ne è passata, e l'acqua si sà quando passa pulisce, rinvigorisce, e nel nostro credo religioso, viene usata per lavare dal peccato i battezzati che entrano a far parte di una nuova vita. Questo sarà successo al segretario UDC (nella veste del Battista), che nel pensare di fare politica, in questi anni si è adoperato con tutte le sue forze, oraratorie e calligrafiche, a sostenere che questo sindaco (nella veste del ri-battezzato), e la sua giunta erano da buttare via. Effettivamente di cose da buttare, in questo fine corsa del mandato elettorale, ce ne sono state; a cominciare proprio dalle parole dette e scritte contro il Sindaco, che oggi rientra nelle grazie della lista lavoro e libertà, mettendo in imbarazzo tutti coloro che si sono adoperati, con la carta, con i comizi e attraverso i consigli comunali, a cantare la solita cantilena di un Sindaco incapace; imbarazzo che per la verità non risparmia anche coloro che fino ad oggi sono stati dalla sua parte.
Ma non è che forse era l'invidia che li faceva cantare? Forse aveva ragione il Sindaco a lasciarli cantare? Di certo i fatti gli danno ragione, il leone e riuscito a piegarli, e con il suo ruggito ha imapurito la savana; avvoltoi  e sciacalli sono fuggiti via, e dai loro nascondigli ammirano stupefatti la criniera del felino, che prepotentemente passa inorgoglito, dopo aver perso la sua terra, ostentando le uniche cose a lui rimaste, tre cammelli è una poltrona da rè. Ma il potere si sà, amplifica o deprime le virtù dell'uomo, e se il fine giustifica il mezzo, come in questo caso, dovremmo chiederci: qual'è il mezzo di questa scelta? E il fine? La politica o altro? Complimenti ai registi dell'operazione che si sono masticati il tic tac. La politica non è solo critica, la politica non è solo proclami e comizi, la politica è l'arte di sapere condividere un progetto che nella quasi totalità dei casi è fatto di eterogeneità; l'integralismo in politica porta ad estremizzare opinioni, pensieri e convinzioni, e cosa ancora più grave porta al fallimento del politico stesso, e in queste circostanze l'etica di chi ha imposto certi paletti, vorrebbe la rassegna delle dimissioni di chi si è reso responsabile di una strategia che di fatto ha portato alla mortificazione di un popolo in nome e per conto di un opportunismo elettorale .

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